fare uno sport da un po’ di sale alla vita, perché
lo sport insegna giorno dopo giorno a prefiggerti
obiettivi e a raggiungerli, con fatica ma con tanta
soddisfazione... se fosse per me, non smetterei
mai di giocare! E non faccio fatica a mettermi nei
panni di chi interrompe una carriera agonistica
“per raggiunti limiti di età”, esortandole però a
continuare, se in palestra si divertono”.
Con la stessa partecipazione – quella di chi è
capace di ascoltare per ora i piccoli grandi “guai”
altrui – Federica esorta le compagne in campo,
soprattutto le più giovani, “oggi forse un po’ troppo
coccolate, certamente più di quanto non lo siamo
state noi, che per emergere, ognuna secondo le
proprie possibilità, le nostre capacità le abbiamo
dovute dimostrare e per lungo tempo. È giusto
ascoltare le esigenze delle ragazze giovani e creare
intorno a loro uno spazio adatto in cui sviluppare
potenzialità e talento; a questo spazio deve anche
comprendere una naturale gerarchia, un “saper stare
al proprio posto”, imparando che l’esperienza di chi
è più grande di te può soltanto far bene, se viene
ascoltata e accolta. Credo che le giovani davvero forti
nella nostra pallavolo questo lo sappiano bene”
Ed è nella lontana Africa che Federica va, a fine
stagione, ad affilare le sue unghie, riempiendosi
occhi e cuore di un mondo lontanissimo nel quale
è riuscita anche a creare veri legami di amicizia: “Il
prossimo viaggio a Zanzibar lo farò per partecipare
alle nozze di un amico Masai... la vita spesso
condiziona il nostro modo di pensare, ci fa chiudere
in noi stessi e nel nostro piccolo orizzonte... questo
orizzonte bisogna invece cercare di allargarlo il più
possibile, e non solo in senso geografico!”.
Servizio di Martina Ricca
Fotografie di Giuliano Gorghetto
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