fare, a dispetto dell’incertezza, e grazie alle
cure di chi mi ha seguito: il neurochirurgo
Gilberto Grossi, il preparatore, Roberto
Rossi, e il mio allenatore di sempre,
Riccardo Felicioni,che mi segue si da
quando ero piccolina... oltre ovviamente
ai miei genitori, senza i quali forse non
sarei proprio riuscita a rientrare, i loro
incoraggiamenti sono stati fondamentali.
Sono rientrata in pista in occasione di un
torneo interno alla società, e da lì non mi
sono più fermata. Non saprei descrivere
la forte emozione che ho provato quando
mi sono trovata a volteggiare di nuovo sui
pattini, in gara: posso però dire che da quel
momento molte cose in me son cambiate
e che il periodo più buio del mio percorso
mi ha in realtà lasciato tanto entusiasmo e
tanta voglia di fare. Quando si ha successo
in ciò che si fa si vive tutto come se fosse
certo, quasi scontato... fino a che non ti
manca o non ti vieni tolto: quando lo
si ritrova, la gioia e grande e ogni volta
non si vede l’ora di poter rivivere ogni
sensazione. È stata un’emozione forte”.
Una
seconda,
o
forse
una
terza
vita nell’ambito della sua disciplina,
quale iniziata per questa giovane atleta,
salita sui pattini per caso, anzi, per un
regalo: “I miei primi pattini sono stati
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