Pallavoliamo Giugno 2014 | Page 89

Già durante la stagione 2009-10 la Turchia aveva mostrato interesse nei miei confronti, ma all’inizio avevo rifiutato, perché non volevo andare via dall’Italia. A giugno 2010, non avendo alcuna proposta che riguardasse un progetto per più di un anno, ho deciso di accettare l’invito della Turchia. Lasciare un club vincente, andare all’estero e tornare a guadagnarsi la fiducia della pallavolo, di una nazione e di club, è stato per me un nuovo stimolo. La barriera più difficile era la lingua, perché il turco è veramente complicato e anzi, solo in quest’ultimo anno sono riuscito a parlarlo. Per quanto riguarda il campionato, invece, conoscevo solo il Fenerbahce, il Galatasaray e il Vakifbank, ma sapevo che col passare degli anni, visto la potenza economica e il livello alto di gioco, emigrare in Turchia sarebbe stata la scelta giusta. La mia squadra, Eczacibasi, non la conoscevo perché non ci avevo mai giocato contro, ma avevo avuto modo di incontrarne i dirigenti a Perugia, in occasione della finale di Champions League persa contro Mosca qualche anno prima. Quando sono volato alla volta di Istanbul, la città che mi ha ospitato per 4 anni, avevo voglia di confrontarmi con la pallavolo europea non solo dal punto di vista 89