FENOMENI
sempre trovato squadre che si sono imposte”. Già, l’Olimpiade,
l’altra bestia nera della nostra nazionale: ma che cos’ha in più
rispetto ad un Mondiale, al competizione a cinque cerchi?
“Il segreto del fascino dell’Olimpiade sono proprio i cinque
cerchi! Per quanto la si giochi ogni 4 anni come il Mondiale,
per me,come competizione, rappresenta il massimo del
riconoscimento sportivo”.
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La carriera del centrale di Rovereto si snoda attraverso
città quali Padova, Montichiari, Taranto, Macerata, Ferrara e
Modena, ed è proprio con quest’ultima che Marco vince nel
1994 la coppa Italia. “Non ho mai giocato in club che lottassero
per lo scudetto, per questo la coppa Italia vinta con Modena
ha rappresentato anche una vittoria a livello mio personale.
Se devo però fare un bilancio sulla mia carriera, credo che
i momenti che ho vissuto con la nazionale siano quelli che
ricorderò per sempre e che sono stati per me i più importanti,
perché ho avuto la possibilità di partecipare a competizioni
quali Mondiali, Europei e World League. Ho vissuto anni
stupendi con la maglia azzurra”.
Marco abbandona la serie A1 nel 2003 per “giocare a
Mantova in serie B per 2 anni, gli ultimi della mia carriera. In
quegli anni, facevo il pendolare perché volevo stare con mio
figlio, che era piccolo all’epoca. Quando ho smesso di giocare per
un periodo ho allenato, poi sono subentrate alcune difficoltà nel
mondo della pallavolo, e io non avevo l’esperienza per andare
a intraprendere la carriera all’estero. Ho pensato quindi di
abbandonare il mondo dello sport e dedicarmi alla mia attività
aperta nel 2008. Ho un negozio di giocattoli qui a Padova, e
l’idea mi è venuta dopo la nascita di mio figlio. Poiché il gioco
è alla base dell’apprendimento di molte cose, ho deciso di
dedicarmi a lla promozione di un tipo di gioco educativo”.
Ma la pallavolo non ti manca? “Certo che mi
manca, quella giocata, ma devo farmene una ragione,
ho una certa età” – mi dice ridendo- “Mi manca
entrare in palestra, anche se ci vado perché mio