Pallavoliamo Giugno 2014 | Page 36

CALENDARIO 36 Dopo un’esperienza nel mondo del turismo, ho scoperto che lo stare chiusa in ufficio non fa per me, e che sarebbe stato stupido gettare al vento tanti anni di esperienza nell’ambito sportivo, quello che resta il mio mondo. Ho accolto quindi la proposta di LGS Sportlab, società che cura l’immagine, la comunicazione e la formazione degli atleti quali testimonial dei valori che desideriamo far emergere nella nostra comunicazione dello sport in ambiente non sportivo. Alcuni sportivi sono delle vere e proprie icone universalmente riconosciute, capaci dunque di parlare a tutti, ma credo che ciascuno abbia qualcosa da raccontare al di là del personaggio di cui si sa tanto e che attirano l’attenzione, oppure al di là dell’immagine pubblica creata dal successo di alcuni sportivi. Ho scoperto così che raccontare e creare spazi per il racconto e la comunicazione è qualcosa che mi affascina, una nuova strada da percorrere per me. Non è facile adeguarsi ai tempi di questo tipo di lavoro... da un lato, i tour de force delle riunioni che precedono un nuovo progetto da lanciare, dall’altro la necessità di attendere risposte e di non avere un riscontro immediato di ciò che si è fatto, mi hanno fatto toccare con mano l’unicità delle dinamiche del gioco rispetto ad ogni altra attività. I tempi di attesa mi hanno inizialmente destabilizzato: la pallavolo dà una risposta alla tua azione nel momento in cui la palla cade a terra nel tuo campo o in quello avversario... ecco che capisci se la scelta che hai fato è stata vincente o meno. Preparando un progetto, invece, bisogna attendere un feedback, una risposta, che non è mai altrettanto immediata: anche qualche ora di attesa diventava snervante per me, abituata al ritmo serrato degli scambi. D’altra parte, se non fosse stato per la mia esperienza nel gioco di squadra, non avrei potuto affrontare adeguatamente la condivisione del lavoro con tutte le persone che collabora-