GLI SPECIALI
quel silenzio, infinito a che se
di pochi attimi, era il segno di
una docilità dell’animo che è
certamente un dono, ma che è
anche l’abilità di lasciare che
quel pallone, leggero come un
soffio, possa abitare in lungo e in
largo dentro il proprio cuore, e
dimorarvi infine dando ad esso
un aspetto nuovo e unico, proprio
come ciascuno di noi fa con la casa
nella quale vive.
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Di fragoroso, invece, ho in
mente soprattutto la risata della
Michi, e una traccia l’ho ritrovata
quando qualcuno le ha raccontato
che tra le sue compagne di squadra
altre hanno abbandonato il campo
da gioco per seguire per altre vie
questo folle pallone che si agita
nel cuore: un’autoironia semplice e
divertita che mi ha dato conferma
di una felicità trovata, e celebrata,
senza nostalgie.
La grata che divide - e unisce,
vi direbbe lei, ma questo, che
pure è vero, non si può spiegare,
è tutto da sperimentare - suor
Michela Elisabetta della Trinità
dal mondo, assomiglia, con i
suoi quadrati, ad una rete da
pallavolo, ma sarebbe troppo
facile concludere il racconto
procedendo per paragoni, e non
credo nemmeno avrebbe tanto
senso, perché in ciascuno di noi lo