Pallavoliamo Giugno 2014 | Page 121

e mentre io le parlavo, e lei mi ascoltava con attenzione partecipe, pensavo: quanto piccolo è il mondo, quanto sono imprevedibili le logiche della Vita... vent’anni fa non avrei mai immaginato di poter parlare alla Toga nazionale come ad un’amica, e per giunta di parlare con lei di un’amica che sento ancora vicinissima, ma che ha scelto di percorrere una strada così straordinaria, rispetto a quei sogni di ragazzina che noi tutte avevamo, e che lei più di tutte noi aveva a portata di mano, a portata delle sue grandi mani. Ma ciò che si agita nel cuore rimbalzando più forte di un pallone a volte dà frutti inattesi, che solo custodendo parole e sguardi si possono intuire: di alcune nostre brevi e semplici conversazioni ho un ricordo così netto, che non mi stupisce affatto l’aver ritrovato “la Michi” nell’abito nero delle Carmelitane Scalze, con il capo velato e incoronato dal serto sponsale; non mi stupisce il fatto che l’austerità della vita che ha scelto non abbia spento il suo sorriso, pur avendone modulato la voce e gli atteggiamenti un tempo certamente più irruenti. Ma forse sarebbe stato così comunque, questa è la vita, è il modo in cui il tempo trasforma tutti noi, e forse è solo una suggestione il fatto che il suo parlare sia oggi sottile come il canto che accompagna le sue giornate; d’altra parte, se ci penso, nemmeno esultando “la Michi” si è mai distinta per urla scomposte... Non sono stupita, perché ricordo bene il silenzio nel quale lasciava risuonare interiormente parole ascoltate da chi le pronunciava con convinzione, ma senza capirne veramente fino in fondo il significato: 121