Pallavoliamo Gennaio 2014 | Page 78

FENOMENI 78 stimolo, un motivo di crescita. Erto, in un primo momento l’ho vissuta male, ma in seguito ho capito che poteva essere l’occasione per migliorare. Non è semplice, da ex giocatore, diventare allenatore: si saltano alcuni passaggi di quel percorso di crescita che, per chi vuole sedere in panchina, inizia a 18 anni, per arrivare alla mia età ed essere già ad alto livello. Per noi ex atleti il percorso deve essere, invece, necessariamente più rapido. Allenare è un aggiornamento continuo, uno scambio di informazioni tra colleghi, è esperienza. Ho imparato che bisogna avere la mente aperta e non rimanere focalizzati solo su se stessi perché, mentre il giocatore è parte di un gruppo, l’allenatore racchiude tutti. Proprio la voglia di fare esperienza mi ha portato ad accettare la nazionale italiana come assistente di Mauro Berruto. Il prossimo anno concluderò questo mio percorso formativo con la maglia azzurra, che mi ha dato la possibilità di partecipare alle Olimpiadi, Europei, Mondiali, e di vincere tanto”. Il presente di Andrea si chiama Calzedonia Verona, squadra con la quale sta disputando un ottimo campionato. “Adesso riesco a mantenere il giusto distacco, mentre all’inizio della mia carriera da allenatore ragionavo ancora molto da giocatore. Essere alla guida di una squadra vuol dire guardare lo sport con occhi e punti di vista differenti rispetto a quando si è in campo, dove sei tu in prima persona che costruisci le azioni. Ai miei giocatori dico sempre di seguire l’istinto, di dargli retta, perché è importante. Mi ricordo che a 20 anni ero una “testa calda” ma, col tempo sono maturato e ho iniziato a capire che ad ogni azione ne corrisponde un’altra. Ho perso l’incoscienza che mi caratterizzava ed è aumentata l’esperienza, che