Pallavoliamo Gennaio 2014 | Page 70

FATTORE TECNICO 70 Quel giorno come spettatrici c’erano le atlete della Nazionale cubana e Mireya Luis premiò Natalia Viganò. Poi la semifinale scudetto del 2001 contro la Vicenza di Giovanni Guidetti vinta al tie break e due gare dei tempi della Nazionale Juniores, la finale del vittorioso Europeo del 2004 e la semifinale mondiale dell’anno successivo contro il Brasile, quando perdemmo al tie-break al termine di un grande match”. Ora entriamo veramente in palestra: ci sono le conoscenze, ci sono le convinzioni, senza dimenticare le umane preferenze personali. “Le basi delle mie squadre devono sempre essere ricezione e difesa: i fondamentali umili, meno appariscenti in partita, pesanti da allenare perché magari portano frutti soltanto a scadenza lunga. Però imprescindibili, anche se l’attuale pallavolo odierna pare mostrarci che se si tiene in aria il servizio, poi ci si pensa con la palla alta, così che tutte le squadre sono studiate con un ricevitore puro e un secondo schiacciatore che è un formidabile attaccante di palla alta. Ma attenzione: prima o poi si faranno anche i conti con la potenza dei servizi e tornerà decisiva la maggiore qualità di ricezione. Mi piace ricordare che l’Asystel della mia prima finale scudetto giocava con Osmokrovic e Sun Yue in banda, ovvero due grandi ricevitrici, più una Cardullo poco più che bambina, alla quale è stato dato il tempo di arrivare al top anche commettendo degli errori”. Poste le basi, ecco i gusti: “L’attacco in combinazione è uno dei miei temi favoriti. L’anno che ho trascorso in palestra con Kun Feng è stato uno spettacolo indescrivibile per questo tema. Lei, Lo Bianco, He Qi, Kirillova, Ferretti: