I MESTIERI DEL VOLLEY
promuove. “Se dovessi sintetizzare che cosa è
la pallavolo per me, direi cose che altri, senza
averla praticata, hanno ritrovato in altre
esperienze. Ma per me la disciplina, le regole,
la capacità di prendere una direzione nella
vita, le amicizie profonde, la condivisione,
il sacrificio, la fatica, l’appagamento, la
sconfitta, la vittoria... tutto ha il rumore
del pallone, il colore del campo, l’odore
inconfondibile della palestra. Penso che valga
la pena diffondere il volley, e che si debba
lavorare seriamente per far sì che uno sport
già molto praticato sia anche conosciuto
e apprezzato per lo spettacolo che offre,
per le emozioni che sa regalare. Bisogna
alimentare l’affetto per il volley, imparando
a promuovere questo incredibile patrimonio
di valori”.
Alle
di un Mondiale, quello
64 femminile,porte l’Italia giocherà in casa tra
che
ormai pochi mesi, il successo in campo
potrebbe non essere l’unica arma vincente
per rendere questo evento un successo per il
movimento: “Il podio, una medaglia, hanno
sempre contribuito all’aumento dei tesserati: è
accaduto nel 2005, dopo la vittoria riportata
dall’Italia agli Europei giocati a Roma.
Ma è accaduto anche che la Polonia abbia
portato 500 tifosi in Danimarca senza che
la sua squadra nazionale fosse protagonista
in campo... è questo, a mio parere, ciò a cui
si deve puntare, all’amore per la pallavolo
in se stessa, anche oltre la bandiera; al
gusto di seguire un evento bello, prestigioso,
appassionante, al di là del tifo. La stabilità
del campionato, la solidità del movimento,
l’organizzazione di esperienze belle e
coinvolgenti per il pubblico e per i giovani,
potrebbero essere più fruttuose di una vittoria.
Come responsabile di un ufficio stampa, vorrei
che a questo punto ci fosse meno silenzio
intorno a questo Mondiale”.
Per
far
conoscere
la
pallavolo,
bisogna
conoscerla;
per
far
amare
la
pallavolo, bisogna
amarla.
Certo,
questo non basta, la
comunicazione ha le
sue regole, necessità
di studi approfonditi,
di pazienza e lavoro
costante. Ma ciò di
cui si parla ha in sé una
forza
straordinaria,
e
sono certa che Isabella sarà
d’accordo con me, se dico che
l’abilità di un comunicatore
sta, talvolta, semplicemente nel
mostrare la luce di qualcosa che già
risplende. Rem tene, verba sequentur;
possiedi l’argomento, e le parole
verranno da sé: lo dicevano gli antichi,
e non lo ripeteremo mai abbastanza ai
moderni. Per possedere veramente ciò
di cui si vuole parlare, però, bisogna avere
uno sguardo umile e inesausto, la capacità di
cambiare punto di vista, la volontà di ascoltare
e comprendere, la sincerità nel riconoscere
i problemi, l’intelligenza di pensare e
sperimentare
soluzioni.
Isabella
Mignani lo fa, ventiquattro
ore su ventiquattro,
a servizio della
pallavolo. Il suo
è un delicato
mestiere.