Pallavoliamo Gennaio 2014 | Page 64

I MESTIERI DEL VOLLEY promuove. “Se dovessi sintetizzare che cosa è la pallavolo per me, direi cose che altri, senza averla praticata, hanno ritrovato in altre esperienze. Ma per me la disciplina, le regole, la capacità di prendere una direzione nella vita, le amicizie profonde, la condivisione, il sacrificio, la fatica, l’appagamento, la sconfitta, la vittoria... tutto ha il rumore del pallone, il colore del campo, l’odore inconfondibile della palestra. Penso che valga la pena diffondere il volley, e che si debba lavorare seriamente per far sì che uno sport già molto praticato sia anche conosciuto e apprezzato per lo spettacolo che offre, per le emozioni che sa regalare. Bisogna alimentare l’affetto per il volley, imparando a promuovere questo incredibile patrimonio di valori”. Alle di un Mondiale, quello 64 femminile,porte l’Italia giocherà in casa tra che ormai pochi mesi, il successo in campo potrebbe non essere l’unica arma vincente per rendere questo evento un successo per il movimento: “Il podio, una medaglia, hanno sempre contribuito all’aumento dei tesserati: è accaduto nel 2005, dopo la vittoria riportata dall’Italia agli Europei giocati a Roma. Ma è accaduto anche che la Polonia abbia portato 500 tifosi in Danimarca senza che la sua squadra nazionale fosse protagonista in campo... è questo, a mio parere, ciò a cui si deve puntare, all’amore per la pallavolo in se stessa, anche oltre la bandiera; al gusto di seguire un evento bello, prestigioso, appassionante, al di là del tifo. La stabilità del campionato, la solidità del movimento, l’organizzazione di esperienze belle e coinvolgenti per il pubblico e per i giovani, potrebbero essere più fruttuose di una vittoria. Come responsabile di un ufficio stampa, vorrei che a questo punto ci fosse meno silenzio intorno a questo Mondiale”. Per far conoscere la pallavolo, bisogna conoscerla; per far amare la pallavolo, bisogna amarla. Certo, questo non basta, la comunicazione ha le sue regole, necessità di studi approfonditi, di pazienza e lavoro costante. Ma ciò di cui si parla ha in sé una forza straordinaria, e sono certa che Isabella sarà d’accordo con me, se dico che l’abilità di un comunicatore sta, talvolta, semplicemente nel mostrare la luce di qualcosa che già risplende. Rem tene, verba sequentur; possiedi l’argomento, e le parole verranno da sé: lo dicevano gli antichi, e non lo ripeteremo mai abbastanza ai moderni. Per possedere veramente ciò di cui si vuole parlare, però, bisogna avere uno sguardo umile e inesausto, la capacità di cambiare punto di vista, la volontà di ascoltare e comprendere, la sincerità nel riconoscere i problemi, l’intelligenza di pensare e sperimentare soluzioni. Isabella Mignani lo fa, ventiquattro ore su ventiquattro, a servizio della pallavolo. Il suo è un delicato mestiere.