UN CUORE CON LE ALI
FIOR DI
CAMOMILLA
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Sarà forse per la camomilla che beve
praticamente ogni sera al rientro da un
allenamento o dopo una partita, sarà per
l’indole pacata e il sorriso calmo che solo in
campo lascia spazio ad espressioni grintose,
Sara Alberti è in ogni caso l’immagine della
tranquillità. Appena ventenne, al secondo
anno di A2 con la maglia della Metalleghe
Sanitars Montichiari, campione d’inverno
nel campionato cadetto, Sara è una giovane
centrale, frutto della lungimiranza dei suoi
primi allenatori e della scuola pallavolistica
rossoblu della Foppapedretti Bergamo,
che la squadra lombarda si è assicurata
scommettendo su di lei nonostante un
anno di inattività dovuto ad un grave
infortunio. Una scommessa vinta, come
merita chi esplora i vivai italiani e decide
di puntare sui nostri talenti.
Quando
varchiamo
la
soglia
dell’hotel, Sara ci aspetta di già, il viso
incorniciato dai lunghi capelli che siamo
abituati a vedere legati in campo: i
primi scatti mi danno la misura della
sua timidezza ma anche l’impressione
che non si tratti affatto di un muro
insuperabile, visto che non ci vuole
molto perché il suo sorriso si accenda
spontaneamente davanti all’obiettivo.
Il fisico è proprio quello di una
pallavolista: alto, imponente e alt
tempo stesso armonioso. L’avreste
vista nei panni di una baskettara?
Sara, dando retta al DNA poteva
esserlo, ma in realtà “non mi
piace il contatto fisico nello sport,
anche per questo, penso, mi sono
innamorata del volley quando