palleggiatore, ed S2 quello lontano.
C1, vicino alla palleggiatrice, si trova, per due rotazioni in prima linea su tre, con una
sola altra attaccante – l’altra giocatrice, di prima linea sarà, ovviamente, il palleggiatore.
Le occasioni sono P4 – cioè il palleggiatore in zona 4 -, quando C1 è affiancata da S2, e P3,
quando accanto a C1 c’è invece S1. Il centrale vicino al palleggiatore di solito è quello che
predilige gli attacchi “dietro” il palleggiatore, e
cioè il primo tempo dietro (detto “2”), la“B” (palla
alzata in zona due con traiettoria abbastanza
tesa),e la fast (il celebre attacco con lo stacco ad
un piede); il centrale lontano dal palleggiatore
invece si trova con attacco a due soltanto quando
il palleggiatore è in posto due (P2), e per questo
motivo in genere si fa ricoprire questo ruolo
a chi predilige le soluzioni d’attacco davanti al
palleggiatore, poiché è più frequente che ciò
accada. “1”, “C”, “CC”, “7” sono i nomi degli
schemi che sono più frequentemente giocati
dal C2, e rappresentano in sostanza una palla
veloce giocata a varie distanze dal palleggiatore,
ma sempre “davanti”: “1” è la più vicina, “7” è la
più lontana. Mettete in sequenza tutte le sigle di
questi attacchi giocati da C1 e C2, e cosa otterrete?
Non certamente il codice per la fusione nucleare
a freddo, ma qualcosa che potrebbe diventare
positivamente di gran lunga più esplosivo, se
accompagnato dalla giusta comunicazione... e
quella, deve sempre partire dalla panchina, ovvero
da chi gli schemi li detta e li disegna.
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