e nel quale, quindi, le braccia hanno un
ruolo fondamentale. Non c’è, tuttavia,
un fastidio così tipico come per il tennis:
nel volley le braccia si usano in molti
modi, anche a seconda del ruolo che si
ricopre. Una problematica simile al gomito
del tennista la si può riscontrare più
spesso nel palleggiatore, dove il gomito è
particolarmente sollecitato nel movimento
del palleggio: la spinta del pallone, è vero,
interessa anche dita e polsi, ma il movimento
di estensione del braccio è decisivo, e per
questo il gomito del palleggiatore, rispetto a
quello di uno schiacciatore, è più a rischio.
Protagonista in negativo può essere,
negli altri casi, la spalla, sicuramente molto
più soggetta a problematiche di sovraccarico
nella pallavolo rispetto al tennis o altri sport.
Gli stati infiammatori sono spesso portati da
un sovraccarico, dato da un eccessivo lavoro
o da una mancanza di forza muscolare.
Inoltre, nel tuffo, ci si può appoggiare male
al braccio, e i contraccolpi possono portare
traumi alla caspula articolare... poiché è
un’articolazione molto complessa, la spalla è
un vero crogiuolo di patologie!
Ci sono alcuni pallavolisti che proprio
nella spalla hanno il loro punto debole: le
situazioni più delicate sono spesso aggravate
dal fatto che non è per nulla facile, dal punto
di vista del fisioterapista, tenere fermo un
atleta! Certo, bisogna comprendere che la
percezione che si ha dello “stare fermo”
anche solo un giorno o due, è molto diversa
per un atleta professionista rispetto ad una
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