Pallavoliamo Gennaio 2014 | Page 117

e nel quale, quindi, le braccia hanno un ruolo fondamentale. Non c’è, tuttavia, un fastidio così tipico come per il tennis: nel volley le braccia si usano in molti modi, anche a seconda del ruolo che si ricopre. Una problematica simile al gomito del tennista la si può riscontrare più spesso nel palleggiatore, dove il gomito è particolarmente sollecitato nel movimento del palleggio: la spinta del pallone, è vero, interessa anche dita e polsi, ma il movimento di estensione del braccio è decisivo, e per questo il gomito del palleggiatore, rispetto a quello di uno schiacciatore, è più a rischio. Protagonista in negativo può essere, negli altri casi, la spalla, sicuramente molto più soggetta a problematiche di sovraccarico nella pallavolo rispetto al tennis o altri sport. Gli stati infiammatori sono spesso portati da un sovraccarico, dato da un eccessivo lavoro o da una mancanza di forza muscolare. Inoltre, nel tuffo, ci si può appoggiare male al braccio, e i contraccolpi possono portare traumi alla caspula articolare... poiché è un’articolazione molto complessa, la spalla è un vero crogiuolo di patologie! Ci sono alcuni pallavolisti che proprio nella spalla hanno il loro punto debole: le situazioni più delicate sono spesso aggravate dal fatto che non è per nulla facile, dal punto di vista del fisioterapista, tenere fermo un atleta! Certo, bisogna comprendere che la percezione che si ha dello “stare fermo” anche solo un giorno o due, è molto diversa per un atleta professionista rispetto ad una 117