L’Editoriale
Amar
Un pallone, e Rimini: basta poco in riviera per fare pallavolo.
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A Rimini, ho giocato a pallavolo ovunque, e non parlo
soltanto dei passaggi con le amiche che si facevano in cerchio in
cortile, cercando di evitare gli specchietti delle auto parcheggiate
poco lontano, utilizzando come rete un filo tra due alberi o
addirittura il cancello di ingresso – e se il pallone al termine
del pomeriggio ne usciva incolume, significa che eravamo state
davvero brave.
Se oggi il minivolley si gioca al 105 Stadium, sotto gli
occhi di certo divertiti e forse anche un po’ commossi del CT
della nazionale femminile, un tempo le prime sbucciature ce
le facevamo sull’asfalto antistante il molo del porto: non c’era
ancora la ruota panoramica, la Darsena era ancora un progetto
lontano a venire, ma lo spazio per allestire i piccoli campi dei
tornei che occupavano i giorni festivi di primavera non è mai
mancato.
Noi bambine prendevamo quella pallavolo sul serio,
esattamente come quella che, qualche anno dopo, si sarebbe
giocata in palestra, cercando di vincere il campionato, anno
dopo anno; esattamente come quella che oggi ho l’onore di
commentare, mettendo piede dentro quale 105 Stadium nel