CROSSOVER
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“effetto Rosenthal”) che l’essere umano
tende ad assecondare le aspettative che
gli altri hanno di lui, sia nel bene, che
nel male. Se vicino abbiamo persone che
credono, anche inconsciamente, che noi un
determinato obiettivo non saremo in grado
di raggiungerlo, che non siamo all’altezza
di determinati traguardi, che lì in alto non
ci possiamo arrivare, o che non siamo
sufficientemente intelligenti, interiorizzeremo
questo giudizio finendo per adeguarci a
quello che pensano di noi, e la nostra identità
si modellerà esattamente a ciò che dobbiamo
essere per non deludere le loro aspettative.
Portando questo concetto nello Sport,
se l’allenatore crede che un suo atleta sia
meno talentuoso e dotato lo tratterà, anche
inconsapevolmente, in modo diverso dagli
altri; il ragazzo avverte e metabolizza questo
giudizio e si comporterà di conseguenza;
si instaura così un circolo vizioso per cui il
ragazzo tenderà a divenire nel tempo proprio
come il suo allenatore lo aveva immaginato.
Spesso la mancanza di fiducia nelle
possibilità di apprendimento dell’atleta blocca
l’apprendimento stesso e spinge il ragazzo
ad accontentare il suo allenatore diventando
proprio ciò che lui si aspetta, avverando la
profezia.
Ma grazie al cielo questo funziona anche
in positivo: quando abbiamo un allenatore
che sente e ci ripete che stiamo crescendo, un
coach che vede il cambiamento positivo in
noi già all’inizio di un percorso, un genitore
che ci dice che siamo bambini intelligenti
e che possiamo realizzare ogni cosa che
desideriamo, o un insegnante che con
pazienza ci spiega, anche due volte, una cosa