Pallavoliamo Febbraio 2015 | Page 115

questo modo ho imparato moltissimo”. esperte: il livello di una seconda divisione non è ovviamente alto, ma la sensazione Nel frattempo, nella società nella di trovarsi di fronte a chi di pallavolo quale militadi per tre stagioni, anchee ne sa più te resta comunque... dopo la nello spogliatoio, il livello di anche fusione con Adolescere Volley, Alessandra gioca in seriesiDbasa su cose e continua condivisione è diverso e il percorso nei campionati giovanili: ed diverse dall’affiatamento che si crea tra è proprio grazie vicinanza d’età possono ragazze che per alle selezioni regionali Under che emozioni e problemi simili. Il raccontarsi le si presenta un’occasione che in è comunque molto importante e contesto molti etichetterebbero come irripetibile: nel gioco: c’è più coesione in utile anche Atanas Malinov bussa alla sua porta.l’ambiente è sereno, si riesce a campo se Letteralmente, perché lui in persona le situazione di aiuto reciproco in creare una fa visita per coinvolgerla nel progetto se ci si allena in un ambiente più squadra – oggi avviato, ma che allora doveva vedere ancora lasempredella Bruel sereno. Essere inserita luce – in squadre Bassano. “Non so grandimai abbia notato con ragazze più come crea il desiderio proprio me, in quel periodo non brillavo di migliorarsi e di crescere, ed questa certo tecnicamente,superare le difficoltà”. motivazione a far ma secondo lui potevo crescere e avere un futuro di successo. Ha raccontato a me e ai miei genitori Volley Da San Nazano ad Adolescere il suo progetto alla quale attualmente appartiene (società di costruire una squadra con il cartellino di Alessandra), per seguire l’allenatore che le aveva dato fiducia, e poi a Rivanazzano, sotto la guida di Alessandra Beccaria, nota per la sua bravura ma anche per la sua inflessibilità: è lei che trasforma Alessandra da opposto a centrale: “Non ero molto sicura di me stessa, ancora, perché in fondo non era da tanto tempo che giocavo a pallavolo. Alessandra è stata capace di rendermi sicura dei miei mezzi, e grazie al questo cambiamento tecnico sono cresciuta in poco tempo, perché evidentemente il centrale è il ruolo giusto per me. Mi ha buttato nella mischia, facendo entrare spsso in campo anche come titolare e in ragazze di tutta Italia: mi sarei dovuta trasferire a Bassano, mio padre avrebbe potuto seguirmi senza perdere il lavoro ma mia madre sarebbe rimasta a casa... io avevo 15 anni allora, ed ovviamente ero molto combattuta: ma alla fine non me la sono sentita di spezzare in due la mia famiglia e di andarmene dal mio mondo, in quel momento non era la scelta che faceva per me, il cambiamento mi spaventava ”. Un treno passato, una rinuncia non facile da comprendere, soprattutto a fronte di una passione reale per la pallavolo... ma forse proprio l’amore per il proprio sport e il desiderio di praticarlo serenamente, senza per questo rinunciare a migliorarsi, può essere la chiave per entrare nei pensieri di Alessandra: “Oggi non rimpiango la 115