dopo un percorso fatto di scelte, anche un po’
sofferte, ma che denotano una grande fedeltà a
se stessa.
Alessandra è figlia proprio di questa terra:
conosce la pallavolo mentre frequenta la suola
primaria, a Casei Gerola, ma poiché tra le
pallavoliste in erba era la più piccola, viene
raramente coinvolta negli allenamenti, quelli
veri, destinati alle bambine più grandi. Così
decide di tuffarsi in piscina, ma la scintilla non
si spegne, e a 13 anni Alessandra ci riprova: “Mi
piaceva davvero la pallavolo, e ho cercato una
società che mi permettesse di coltivare questa
passione”. Aiutata dal papà – con un passato nel
mondo del calcio da giocatore e da dirigente –
Alessandra trova Sannazaro, con la quale gioca
l’Under 13 e nella stagione successiva la seconda
divisione. Giocare con compagne più grandi
d’età sarà un po’ la costante del suo periodo
“giovanile”, esperienza utile ma all’inizio un
po’ difficile, perché se c’è una cosa che emerge
nettamente dal racconto di Alessandra, è che
il rapporto umano nella vita sportiva è una
elemento fondamentale nella riuscita del
percorso di un’atleta. “A Sannazaro ho anche
avuto la possibilità di giocare titolare, in seguito
agli infortuni di alcune mie compagne, e questo
mi ha aiutato a prendere sicurezza perché vedevo
che riuscivo a mettere in pratica in partita ciò
che imparavo giorno per giorno in allenamento.
Anche la fiducia di allenatori e dirigenti – tra
cui Giorgio Gallina, il presidente, non posso non
citarlo! - mi ha fatto partire con il piede giusto.
Ma ciò che mi ha fatto crescere di più e più in
fretta è stato staccarmi dai campionati Under
per giocare con e contro ragazze più grandi ed
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