Paesaggio Urbano 02.2013 | Page 77

© AK Prospettiva a volo d’uccello, 1952 (in alto a destra) Bird’s eye perspective, 1952 (above on the right); Facciata nord e dettaglio (in alto nella pagina accanto) North fassade and detail (above on the previous page); La Pinacoteca di Leo von Klenze dopo i bombardamenti, facciata ovest, 1946 (al centro a sinistra); dettaglio facciata nord (al centro e a destra) Leo von Klenze’s Old Pinakothek after bombing, 1946 (in the middle on the left); north fassade, detail (in the middle and on the right) © AK Studio coperture, facciata ovest, 1961 (in basso a sinistra); dettaglio facciata ovest (al centro); facciata ovest, dettaglio tamponatura, 1950 (a destra) West fassade, roof study, 1961 (below on the left); west fassade, detail (in the middle); west fassade, infill brickwork, 1950 (on the right) si rafforza la convinzione che questa relazione con la storia, con le rovine, non sia semplicemente una citazione formale ma costituisca invece la cifra originale del suo metodo progettuale. Costruzioni possenti, nude, essenziali. In questa purezza di forme conta solo il rapporto luce-ombra, la dimensione, il ritmo, la prospettiva. Acciaio, legno, mattoni: verità costruttiva senza orpelli, come nell’ultimo felice progetto per la Chiesa di Corte (1972, oggi distrutto) nella Residenza reale bavarese. Le murature piene si offrono nelle sue mani come trama ideale per intessere segni, per inglobare tracce, per testimoniare eventi… in una parola: per ricordare e per dire, talvolta per tacere. È questa la sottile poesia del suo lavoro di architetto. Döllgast è sempre stato contrario ad ogni forma di ricostruzione stilistica o di finzione storica, e questa ferma posizione lo distingue nettamente dai tanti altri che, in quegli stessi anni, hanno operato sull’onda di una nostalgica ricomposizione di quello che ormai non esisteva più. Oggi che una mai sopita vena sentimentale ha già portato a Dresda alla ricostruzione della Frauenkirche e a Berlino ai piani per il “nuovo” castello, la lezione di Döllgast è quanto mai viva ed attuale. Di fronte al rinnovato fervore che spinge a tutta forza verso la sterile ricostruzione delle forme barocche cancellate dalla guerra non ci resta che invocare invece a gran voce, citando un suo celebre scritto: “Spazi, spazi!”. Gianluca Frediani Architetto, Dottore di ricerca presso l’Università “La Sapienza” di Roma e il Politecnico di Vienna, Professore associato di Composizione architettonica presso l’università di Ferrara ∙ Architect, PhD at the University “La Sapienza” of Rome and at the Technical University of Vienna, Associate Professor of Architectural Design at the University of Ferrara. [email protected] Nota I disegni, tutti inediti, provengono dall’archivio del DI. F. Kießling, Monaco di Baviera (AK), che l’autore ringrazia sinceramente per la concessione dei diritti di pubblicazione. Sulla base di questi nuovi materiali di archivio è attualmente in corso di pubblicazione un approfondito saggio sulle opere di Hans Döllgast di cui il presente articolo costituisce anticipazione. Le ricerche sono state svolte nel quadro del programma “Architettura e Rovina” 2012-2013, sostenuto da un contributo del DAAD - Deutscher Akademischer Austauschdienst e svolto presso l’Architekturmuseum della TUM e il Zentralinstitut für Kunstgeschichte (ZIKG) a Monaco di Baviera. Dove non altrimenti specificato si intende che le immagini sono dell’autore. 2.2013 paesaggio urbano 75