La vigente normativa in caso di ristrutturazione
ove sarebbe invece necessario operare con tutte
di edifici esistenti (articolo 3, comma 2, lettera
le cautele del caso. In questo senso, infatti, il
c), numero 1) del d.Lgs. 192/2005 e ss. mm. ii.),
miglioramento della prestazione energetica va a
non richiede la verifica del fabbisogno di energia
coincidere con l’abbassamento della trasmittanza
primaria per il riscaldamento invernale, per il
in W/m2*K del componente i-esimo dell’involucro
raffrescamento estivo e per la produzione di acqua
esterno sul quale si interviene, perdendo di vista
calda sanitaria. Con riferimento al tipo di intervento
tutti gli altri parametri che la valutazione dell’indice
è invece prevista la verifica della trasmittanza a
EPtot prevede.In altre parole, in caso di intervento
ponte termico corretto (U) per le strutture opache
su un edificio storico non soggetto a tutela ma
verticali, per le strutture opache orizzontali o
comunque importante sotto il profilo testimoniale,
inclinate, per le chiusure apribili ed assimilabili
non è possibile operare trasferendo tutti o parte
(quali porte, finestre e vetrine, anche se non
degli obblighi in termini di risparmio energetico
apribili, comprensive degli infissi, considerate le
da un elemento tecnico ad un altro, anche con
parti trasparenti e/o opache che le compongono).
l’eventuale obbligo di mantenere inalterati
Allo stesso modo, in caso di sostituzione o
gli obiettivi finali in termini di miglioramento
ristrutturazione dell’impianto termico o del
energetico dell’intera fabbrica.
generatore di calore (articolo 3, comma 2, lettera
D’altra parte, però, è necessario rilevare le
c), numero 1), è prevista la verifica del rendimento
distorsioni legate al meccanismo delle certificazioni
medio globale dell’intero impianto.
che, come si è visto, mettono al centro l’indice di
L’approccio per singoli elementi tecnici trascura
prestazione energetica e si configurano oggi quale
una lettura generale dell’organismo architettonico
strumento privilegiato di ausilio alle nuove politiche,
e, ad una scala più ampia, dell’aggregato urbano,
sia in ambito locale che in ambito nazionale.
intendendo l’intervento come adeguamento
Le attese legate alle certificazioni, il desiderio
dell’involucro e non come miglioramento
della classe A a tutti i costi, possono risultare
prestazionale dell’edificio, anche in quelle situazioni
estremamente pericolosi nel momento in cui ci si
confronta con l’edilizia pre-industriale. In tal caso,
infatti, la qualità dell’edificio non può ridursi ad
Mettendo in relazione la distribuzione del numero di abitazioni
in Italia, classificate per periodo di costruzione – Dati Censimento
Nazionale ISTAT 2001 –, con il numero di immobili oggetto
di intervento – ENEA, op. cit., p. 24 –, è possibile notare nelle prime
classi cronologiche – ante 1919 e 1919-1945 – un significativo
discostamento tra il dato ISTAT di riferimento e il dato ENEA
relativo alle unità immobiliari oggetto di intervento.
Al contrario, le ampie possibilità di intervento nell’edilizia
degli anni ’60 e ’70, incentivano un importante ricorso
alla detrazione fiscale. È quindi riscontrabile fin d’ora
una sostanziale inefficacia delle politiche energetiche ormai
consolidate in ambito nazionale, almeno per quel che riguarda
il parco edilizio più antico (in alto nella pagina accanto)
By relating the distribution of the number of houses in Italy, classified
by period of construction – National Census data ISTAT 2001 –, with
the number of &