‘... Un baccano infernale ci strappa dal
sonno. Wolf accende la luce. Il pavimento
è tutto cosparso di schegge di vetro.
Abbiamo dimenticato di chiudere i vetri
delle finestre dietro gli sportelli d’acciaio.
Il mio compagno toglie con grande
circospezione alcune schegge dalla
coperta del suo letto e le lascia cadere a
terra. Se non sbaglio, sparano – dico a
mezza voce. Certo che sparano. Credi
forse che tirino dei piselli? Ci mettiamo
entrambi a sedere sul letto. Un tuono: per
alcuni secondi percepiamo il caratteristico
mugolio del proiettile, quindi lo scoppio.
Le pareti tremano. Poi, di nuovo silenzio.
Un silenzio paradossale. Il cuore
soltanto batte violentemente. Scivolo
sotto le coperte, mi turo le orecchie
con le mani, poi mi rimetto in ascolto. Il
silenzio continua e il cuore sembra voglia
scoppiare. Guardo Wolf.
Egli è più anziano di me, più uomo, ma
anche il suo viso è contratto:
pure dura fatica a padroneggiarsi.
Un nuovo mugolio, un nuovo scoppio...’
Tratto da: Fritz Weber, La fine di un esercito - Tappe
della disfatta, Ed. Mursia
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‘Le pareti tremano...’
Fritz Weber racconta
Fritz Weber
nacque a Vienna il 4 giugno 1895.
Nel maggio 1915 fu arruolato come
alfiere nel VI battaglione d’artiglieria,
in servizio al forte Busa Verle.
Testimone del pesante bombardamento
subìto dal forte e delle fasi drammatiche che
lo portarono vicino alla resa, per il coraggio
dimostrato fu decorato con la medaglia
d’argento al valor militare.
Dopo la guerra tornò a Vienna col grado di
capitano. Il suo libro autobiografico Das Ende
einer Armee (La fine di un esercito), scritto nel
1933, fu il suo più grande successo editoriale,
molto apprezzato in quanto emozionante
opera di denuncia degli orrori della guerra.
È scomparso nel 1972.
Testo: Miriam Carpentari e Debora Valle
IC Altipiani di Folgaria, Lavarone, Luserna