Opuscolo Fronte d'Acciaio It | Page 16

‘... Un baccano infernale ci strappa dal sonno. Wolf accende la luce. Il pavimento è tutto cosparso di schegge di vetro. Abbiamo dimenticato di chiudere i vetri delle finestre dietro gli sportelli d’acciaio. Il mio compagno toglie con grande circospezione alcune schegge dalla coperta del suo letto e le lascia cadere a terra. Se non sbaglio, sparano – dico a mezza voce. Certo che sparano. Credi forse che tirino dei piselli? Ci mettiamo entrambi a sedere sul letto. Un tuono: per alcuni secondi percepiamo il caratteristico mugolio del proiettile, quindi lo scoppio. Le pareti tremano. Poi, di nuovo silenzio. Un silenzio paradossale. Il cuore soltanto batte violentemente. Scivolo sotto le coperte, mi turo le orecchie con le mani, poi mi rimetto in ascolto. Il silenzio continua e il cuore sembra voglia scoppiare. Guardo Wolf. Egli è più anziano di me, più uomo, ma anche il suo viso è contratto: pure dura fatica a padroneggiarsi. Un nuovo mugolio, un nuovo scoppio...’ Tratto da: Fritz Weber, La fine di un esercito - Tappe della disfatta, Ed. Mursia 16 ‘Le pareti tremano...’ Fritz Weber racconta Fritz Weber nacque a Vienna il 4 giugno 1895. Nel maggio 1915 fu arruolato come alfiere nel VI battaglione d’artiglieria, in servizio al forte Busa Verle. Testimone del pesante bombardamento subìto dal forte e delle fasi drammatiche che lo portarono vicino alla resa, per il coraggio dimostrato fu decorato con la medaglia d’argento al valor militare. Dopo la guerra tornò a Vienna col grado di capitano. Il suo libro autobiografico Das Ende einer Armee (La fine di un esercito), scritto nel 1933, fu il suo più grande successo editoriale, molto apprezzato in quanto emozionante opera di denuncia degli orrori della guerra. È scomparso nel 1972. Testo: Miriam Carpentari e Debora Valle IC Altipiani di Folgaria, Lavarone, Luserna