7) Didattica per l'inclusione
La scuola inclusiva è la scuola che attua interventi educativi e didattici efficaci collocandoli in
contesti educativi adeguati alla partecipazione di tutti, ciascuno con le proprie modalità. Si tratta
quindi di strutturare ambienti di apprendimento e di utilizzare strumenti educativi, metodologici e
didattici adatti, sia per mettere in pratica quanto programmato nei PEI e PDP, sia per rendere il
percorso di apprendimento motivante per tutto il gruppo-classe. Si propongono spunti di riflessione
su tre aspetti dell'insegnamento che possono rendere la quotidianità scolastica ad alto tasso di
inclusività: ambiente di apprendimento, didattica per competenze e valutazione formativa. I primi
passi verso una didattica inclusiva richiedono agli insegnanti un ripensamento dell'ambiente di
apprendimento, cioè del del setting pedagogico dove si strutturano intenzionalmente relazioni
educative organizzate e significative attraverso la definizione di:
• tempi della lezione e tempi della relazione;
• spazi;
• organizzazione delle modalità di indagine sui contenuti della conoscenza, sulla
presentazione degli stimoli;
• rispetto dei diversi stili di apprendimento, utlizzo di mezzi, strumenti e mediatori didattici;
• utilizzo di diversi modi di insegnamento;
• atteggiamento dei docenti;
• modalità di aggregazione e di lavoro degli alunni e degli studenti.
Sotto il profilo metodologico-didattico, oggi le differenze di apprendimento non si affrontano più
con interventi e percorsi strutturalmente differenziati tipici della didattica speciale, ma con l'utilizzo
di una modulazione interna di metodologie e principi “che funzionano” perché in grado di rispettare
le differenze individuali dell'alunno e dello studente. Tali interventi si realizzano con l'uso combinato
di metodologie che hanno fornito fondate evidenze 17 per la realizzazione di interventi efficaci in
contesti ad alta complessità. Si rinvengono indicazioni coerenti in tal senso anche nell'orizzonte
della didattica per competenze 18 che richiede ai docenti di ripensare il modello di
programmazione per contenuti ed obiettivi, al fine di sviluppare la capacità degli alunni e degli
studenti di misurarsi in contesti reali e significativi. Le lezioni efficaci sono spesso tali, quindi, se i
docenti utilizzano anche:
• modalità di apprendimento collaborativo (ad es., learning together, jigsaw, webquest);
• schemi e mappe (ad es., mappe mentali e concettuali, immagini, riepiloghi);
17 Il riferimento è al campo dell'Evidence Based Education (EBE), una prospettiva secondo la quale le decisioni in
ambito educativo dovrebbero essere assunte sulla base delle conoscenze che la ricerca empirica offre in merito alla
minore o maggiore efficacia delle differenti opzioni didattiche (Giuliano Vivanet in Form@re, Open Journal per la
formazione in rete, ISSN 1825-7321, Numero 2, Volume 13, anno 2013, pp. 41-51).
18 La didattica per competenze persegue lo sviluppo delle Competenze chiave per l'apprendimento permanente
(raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006) e delle Competenze chiave per la
cittadinanza da acquisire al termine dell'istruzione obbligatoria (DM 139/2007, allegato 2).
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