My first Magazine Definitivo Dialogo_2-2018_24-12-2018-12563070 | Page 18

solidarietà solidarietà un compleanno importante per la solidarietà I TRENT’ANNI DELLA COOPERATIVA SOCIALE ARCOBALENO di Romano Turrini (socio fondatore) è ra il 1988 quando alcuni volontari della Caritas di Arco e dell’AVULSS segnalarono all’ente pub- blico che alcune persone anziane avevano ur- gente bisogno di assistenza a domicilio; però le assunzioni di nuove operatrici erano state bloccate dall’allora Com- prensorio Alto Garda e Ledro. Fecero quindi una proposta all’amministrazione comunale di Arco: si sarebbero assunti la responsabilità di fondare una cooperativa che avrebbe svolto questo importante ruolo sociale a patto che il Co- mune di Arco avesse finanziato i servizi prestati. Nacque così la Cooperativa sociale Arcobaleno. Primo presidente divenne Renata Giovanazzi, figlia di Mario Giovanazzi che era stato il primo impiegato della Cassa Rurale di Arco, ni- pote di Antonio “Toni” Giovanazzi, padre di tante iniziative cooperativistiche nel Basso Sarca. La Cassa Rurale di Arco e l’allora Federazione dei Consorzi Cooperativi assicurarono il proprio aiuto e l’indispensabile consulenza. Se inizialmente la Cooperativa operò in convenzione con il Comune di Arco, ben presto il suo campo d’azione si estese anche ai comuni limitrofi e questo in convenzione con il Comprensorio Alto Garda e Ledro. Dalla sede assai modesta di Arco Arcobaleno ha trasferito i propri uffici a San Nazzaro, nello stabile che un tempo era la “masera” per il tabacco; una sede più ampia e razionale che permette al personale direttivo e di segreteria di segui- re con la necessaria attenzione e cura tutti i servizi erogati dalla Cooperativa. Lo sviluppo progressivo di questa realtà sociale, che dà 18 lavoro attualmente a circa 110 persone, ha portato a co- prire diversi servizi. Il principale, che occupa buona parte delle operatrici, è il SAD, il Servizio Assistenza Domiciliare; è svolto in accordo con i Servizi Sociali della Comunità di Valle che individuano le persone bisognose di assistenza nella propria abitazione. Le operatrici prestano attenzione alla situazione complessiva in cui gli assistiti vivono, si cu- rano della loro igiene personale e delle capacità relazionali, segnalando eventuali criticità. Altri servizi, in convenzione con l’Azienda Sanitaria e in col- laborazione con la Cooperativa VALES di Rovereto, sono quelli dell’Assistenza domiciliare Integrata (ADI), dell’As- sistenza domiciliare a Persone Dementi (ADPD), dell’Assi- stenza domiciliare per Cure Palliative (ADCP). Sono servizi particolari, per persone che si trovano in uno stato di grave fragilità e sofferenza. Le operatrici della Cooperativa sono preparate a questo ruolo con corsi di formazione, anche per essere sostenute nell’aspetto emozionale. Arcobaleno gestisce anche “la Casa degli Ulivi”, a Caneve, un’abitazione destinata ad accogliere persone (sette, per ora) che si trovano in situazione di grave necessità, per mo- tivazioni diverse, e sono a rischio emarginazione. Spesso manca loro una “rete famigliare” che le sostenga; occorre quindi stabilire per ognuno di questi ospiti un ”progetto” che li porti ad una sempre maggiore autonomia. Un altro appartamento di cui la Cooperativa ha cura è a Bolognano ed è abitato da cinque persone con lievi distur- bi psichiatrici, per i quali si prevedono interventi di inte- grazione socio - sanitaria. Un altro appartamento affidato ad Arcobaleno si trova a Riva del Garda, in piazzetta San Rocco, dove vivono tre persone in attesa di gestire in piena autonomia la propria vita. L’ospitalità e l’assistenza a tutte queste persone sono concordate con i Servizi Sociali e con l’Azienda Sanitaria. La Cooperativa Arcobaleno può stabilire anche servizi di assistenza con le singole persone o famiglie, senza passa- re per il tramite dei Servizi Sociali. Possono essere attivati interventi che “danno respiro” alla famiglia che ha cura co- munque di un proprio famigliare. Alla Cooperativa Arcobaleno è stato richiesto di opera- re anche in qualche scuola, per seguire alunni con bisogni educativi speciali (BES) o disabili. Con il mondo scolastico Arcobaleno sta anche elaborando progetti che favoriscano negli alunni sensibilità e maturità relazionale. L’attenzione della Cooperativa Arcobaleno verso i proble- mi legati alle migrazioni, all’accoglienza e all’integrazione fa parte del suo “storico”, ma un servizio specifico, che è stato attivato solo da tre anni, è quello riferito all’accoglienza di rifugiati richiedenti asilo politico. Questo servizio, affidato da Cinformi, prevede la gestione e il controllo di un centro di prima accoglienza e di abitazioni destinate alla seconda accoglienza. Queste case sono distribuite in tanti luoghi del Trentino e rispondono alla pratica dell’accoglienza dif- fusa. Gli operatori e le operatrici di Arcobaleno cercano, con interventi di vario genere, di facilitare l’integrazione dei rifugiati attraverso contatti con il territorio, con la ricerca di opportunità di lavoro, con l’aiuto nell’assolvimento di tan- te pratiche burocratiche legate al riconoscimento del loro status, con l’assistenza sociale per le persone più fragili, con l’animazione e l’attivazione di corsi per la conoscenza della lingua italiana. Il loro agire quindi è finalizzato a facili- tare sereni rapporti di convivenza fra la popolazione locale ed i rifugiati richiedenti asilo. Oltre che del Consorzio CON.SOLIDA, la Cooperativa Ar- cobaleno fa parte del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) che conta adesso l’adesione di 16 Cooperative, Associazioni o Enti in Trentino Alto Adi- ge. Le iniziative principali intraprese dal CNCA sono i corsi di formazione per volontari ed operatori e la “Settimana dell’Accoglienza”, che è arrivata quest’anno alla quarta edizione. Questo evento coinvolge tantissime realtà che operano nel sociale e che credono in valori come l’acco- glienza, il riconoscimento delle diversità, la solidarietà e il rispetto reciproco. “La Settimana dell’Accoglienza” intende anche favorire la conoscenza delle problematiche che ca- ratterizzano le comunità, cercando di individuare percor- si che evitino pregiudizi e ostilità e diffondendo invece la “cultura dell’accoglienza”. Già si è scritto sulle pagine di “Dialogo” dell’esperienza di “Luogo Comune” (in Via Marchi, a Riva del Garda), volu- to da diverse associazioni di cui Arcobaleno è capofila. Le intenzioni di chi ha dato vita a questo luogo di incontro, di animazione, di formazione sono quelle di coinvolgere sempre più la comunità per far crescere forme di welfare che non dipendano esclusivamente dal finanziamento pub- blico, ma che siano generative esse stesse di servizi, in una logica di vicendevole disponibilità. Nel futuro di Arcobaleno, mi ha confidato la presidente Chiara Dossi, vi è innanzitutto il consolidamento ed il per- fezionamento dei servizi attualmente prestati, ma soprat- tutto il desiderio forte di promuovere una sensibilità diffu- sa che abbia “cuore e mente” per le persone della nostra società che sono più fragili, che hanno bisogno di aiuto; e questo non da soli ma creando reti, fra singole persone, associazioni, realtà sociali, fondate sulla relazione, la colla- borazione e la sintonia su valori in cui credere fermamente. 19