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solidarietà
solidarietà
un compleanno importante per la solidarietà
I TRENT’ANNI
DELLA COOPERATIVA
SOCIALE ARCOBALENO
di Romano Turrini (socio fondatore)
è
ra il 1988 quando alcuni volontari della Caritas
di Arco e dell’AVULSS segnalarono all’ente pub-
blico che alcune persone anziane avevano ur-
gente bisogno di assistenza a domicilio; però le assunzioni
di nuove operatrici erano state bloccate dall’allora Com-
prensorio Alto Garda e Ledro. Fecero quindi una proposta
all’amministrazione comunale di Arco: si sarebbero assunti
la responsabilità di fondare una cooperativa che avrebbe
svolto questo importante ruolo sociale a patto che il Co-
mune di Arco avesse finanziato i servizi prestati. Nacque
così la Cooperativa sociale Arcobaleno. Primo presidente
divenne Renata Giovanazzi, figlia di Mario Giovanazzi che
era stato il primo impiegato della Cassa Rurale di Arco, ni-
pote di Antonio “Toni” Giovanazzi, padre di tante iniziative
cooperativistiche nel Basso Sarca. La Cassa Rurale di Arco e
l’allora Federazione dei Consorzi Cooperativi assicurarono
il proprio aiuto e l’indispensabile consulenza.
Se inizialmente la Cooperativa operò in convenzione con il
Comune di Arco, ben presto il suo campo d’azione si estese
anche ai comuni limitrofi e questo in convenzione con il
Comprensorio Alto Garda e Ledro.
Dalla sede assai modesta di Arco Arcobaleno ha trasferito i
propri uffici a San Nazzaro, nello stabile che un tempo era
la “masera” per il tabacco; una sede più ampia e razionale
che permette al personale direttivo e di segreteria di segui-
re con la necessaria attenzione e cura tutti i servizi erogati
dalla Cooperativa.
Lo sviluppo progressivo di questa realtà sociale, che dà
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lavoro attualmente a circa 110 persone, ha portato a co-
prire diversi servizi. Il principale, che occupa buona parte
delle operatrici, è il SAD, il Servizio Assistenza Domiciliare;
è svolto in accordo con i Servizi Sociali della Comunità di
Valle che individuano le persone bisognose di assistenza
nella propria abitazione. Le operatrici prestano attenzione
alla situazione complessiva in cui gli assistiti vivono, si cu-
rano della loro igiene personale e delle capacità relazionali,
segnalando eventuali criticità.
Altri servizi, in convenzione con l’Azienda Sanitaria e in col-
laborazione con la Cooperativa VALES di Rovereto, sono
quelli dell’Assistenza domiciliare Integrata (ADI), dell’As-
sistenza domiciliare a Persone Dementi (ADPD), dell’Assi-
stenza domiciliare per Cure Palliative (ADCP). Sono servizi
particolari, per persone che si trovano in uno stato di grave
fragilità e sofferenza. Le operatrici della Cooperativa sono
preparate a questo ruolo con corsi di formazione, anche per
essere sostenute nell’aspetto emozionale.
Arcobaleno gestisce anche “la Casa degli Ulivi”, a Caneve,
un’abitazione destinata ad accogliere persone (sette, per
ora) che si trovano in situazione di grave necessità, per mo-
tivazioni diverse, e sono a rischio emarginazione. Spesso
manca loro una “rete famigliare” che le sostenga; occorre
quindi stabilire per ognuno di questi ospiti un ”progetto”
che li porti ad una sempre maggiore autonomia.
Un altro appartamento di cui la Cooperativa ha cura è a
Bolognano ed è abitato da cinque persone con lievi distur-
bi psichiatrici, per i quali si prevedono interventi di inte-
grazione socio - sanitaria. Un altro appartamento affidato
ad Arcobaleno si trova a Riva del Garda, in piazzetta San
Rocco, dove vivono tre persone in attesa di gestire in piena
autonomia la propria vita. L’ospitalità e l’assistenza a tutte
queste persone sono concordate con i Servizi Sociali e con
l’Azienda Sanitaria.
La Cooperativa Arcobaleno può stabilire anche servizi di
assistenza con le singole persone o famiglie, senza passa-
re per il tramite dei Servizi Sociali. Possono essere attivati
interventi che “danno respiro” alla famiglia che ha cura co-
munque di un proprio famigliare.
Alla Cooperativa Arcobaleno è stato richiesto di opera-
re anche in qualche scuola, per seguire alunni con bisogni
educativi speciali (BES) o disabili. Con il mondo scolastico
Arcobaleno sta anche elaborando progetti che favoriscano
negli alunni sensibilità e maturità relazionale.
L’attenzione della Cooperativa Arcobaleno verso i proble-
mi legati alle migrazioni, all’accoglienza e all’integrazione fa
parte del suo “storico”, ma un servizio specifico, che è stato
attivato solo da tre anni, è quello riferito all’accoglienza di
rifugiati richiedenti asilo politico. Questo servizio, affidato
da Cinformi, prevede la gestione e il controllo di un centro
di prima accoglienza e di abitazioni destinate alla seconda
accoglienza. Queste case sono distribuite in tanti luoghi
del Trentino e rispondono alla pratica dell’accoglienza dif-
fusa. Gli operatori e le operatrici di Arcobaleno cercano,
con interventi di vario genere, di facilitare l’integrazione dei
rifugiati attraverso contatti con il territorio, con la ricerca di
opportunità di lavoro, con l’aiuto nell’assolvimento di tan-
te pratiche burocratiche legate al riconoscimento del loro
status, con l’assistenza sociale per le persone più fragili,
con l’animazione e l’attivazione di corsi per la conoscenza
della lingua italiana. Il loro agire quindi è finalizzato a facili-
tare sereni rapporti di convivenza fra la popolazione locale
ed i rifugiati richiedenti asilo.
Oltre che del Consorzio CON.SOLIDA, la Cooperativa Ar-
cobaleno fa parte del CNCA (Coordinamento Nazionale
Comunità di Accoglienza) che conta adesso l’adesione di
16 Cooperative, Associazioni o Enti in Trentino Alto Adi-
ge. Le iniziative principali intraprese dal CNCA sono i corsi
di formazione per volontari ed operatori e la “Settimana
dell’Accoglienza”, che è arrivata quest’anno alla quarta
edizione. Questo evento coinvolge tantissime realtà che
operano nel sociale e che credono in valori come l’acco-
glienza, il riconoscimento delle diversità, la solidarietà e il
rispetto reciproco. “La Settimana dell’Accoglienza” intende
anche favorire la conoscenza delle problematiche che ca-
ratterizzano le comunità, cercando di individuare percor-
si che evitino pregiudizi e ostilità e diffondendo invece la
“cultura dell’accoglienza”.
Già si è scritto sulle pagine di “Dialogo” dell’esperienza di
“Luogo Comune” (in Via Marchi, a Riva del Garda), volu-
to da diverse associazioni di cui Arcobaleno è capofila. Le
intenzioni di chi ha dato vita a questo luogo di incontro,
di animazione, di formazione sono quelle di coinvolgere
sempre più la comunità per far crescere forme di welfare
che non dipendano esclusivamente dal finanziamento pub-
blico, ma che siano generative esse stesse di servizi, in una
logica di vicendevole disponibilità.
Nel futuro di Arcobaleno, mi ha confidato la presidente
Chiara Dossi, vi è innanzitutto il consolidamento ed il per-
fezionamento dei servizi attualmente prestati, ma soprat-
tutto il desiderio forte di promuovere una sensibilità diffu-
sa che abbia “cuore e mente” per le persone della nostra
società che sono più fragili, che hanno bisogno di aiuto;
e questo non da soli ma creando reti, fra singole persone,
associazioni, realtà sociali, fondate sulla relazione, la colla-
borazione e la sintonia su valori in cui credere fermamente.
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