Criticità e
prospettive
«L’esperienza di 20 anni ci dice che la sostenibilità di questa attività
è difficile. Si patisce la concorrenza di altri soggetti che, in questo
ambito economico di rivendita dell’usato, hanno comportamenti e
relazioni con i propri lavoratori non improntate a principi di equità,
trasparenza, legalità.
La prospettiva dovrebbe essere quella di costruire insieme, tra le
realtà del riuso, una visione in cui la strategia dello scambio e del com-
mercio di beni usati sia più impattante di quanto è stata fino ad ora.
C’è una necessità di evoluzione strategica, altrimenti queste attività
restano episodiche, con una incidenza poco significativa. Se l’attività
di scambio e vendita dei beni usati vuole avere una rilevanza non solo
culturale, ma di indirizzo di politiche, deve essere organizzata e siste-
matizzata, uscendo da una dimensione informale. È un’economia che
potenzialmente può avere ricadute enormi in termini di impiego di
fasce deboli (progetti di riuso possono essere implementati ad esem-
pio nell’ambito dei servizi di salute mentale), di creazione di capitale
sociale nei quartieri, di tutela dell’ambiente.
Sarebbe interessante in questa direzione creare un contesto in cui
il riuso diventi una filiera economica strutturata, attivando intorno
un corollario di valenza culturale e aggregativa. Sappiamo benissimo
che la raccolta differenziata è piena di oggetti che si potrebbero riuti-
lizzare, che potenzialmente sono materiale di filiera; è questa la sfida
su cui convergere per fare del riuso un sistema culturale ed economico
che faccia pensare a un modello civile diverso».
no elemento economico di valore. La mission è creare opportunità di
inserimento lavorativo per persone con svantaggi sociali. Il tema del
riuso si lega quindi ad aspetti economici, sociali, ambientali.
Triciclo gestisce una sezione dell’Ecocentro di via Arbe a Torino,
in cui le persone possono portare gli oggetti usati e non più utilizzati
e far sì che ridiventino utilizzabili da altri. Regalano il bene alla co-
operativa che in questo modo crea lavoro, prolunga la vita alle cose,
evita che i beni consumati vadano a gonfiare la discarica».