Bisognerebbe insegnare di più a chiudere il cerchio con residui e
scarti di cibo: ad esempio noi raccogliamo i fondi di caffè per darli
agli orti urbani, che li riusano come concime. E soprattutto bisogne-
rebbe legittimare di più chi lavora per la rigenerazione (recupero,
riuso, riciclo, upcycling) del rifiuto. Occorre inoltre dare maggiori
opportunità ai cittadini di poter consegnare gli oggetti inutilizzati
ma ancora utilizzabili; se infatti il riciclo ha già una sua strada ben
tracciata (raccolta differenziata), il riuso ancora no. Ed è diffuso il
disagio di buttare via le cose.
Infine: perché non proporre una riduzione della tassa rifiuti per
chi fa riuso?».
Greenews
(www.greenews.info)
Cosa
facciamo «È un web magazine nato nel 2009 per fare informazione sulla green
economy e sul green thinking. Core business è la vendita di servizi edito-
riali e pubblicitari. La testata è nata per far conoscere le buone pratiche
di sostenibilità, connettere le diverse realtà operanti in questo ambito,
creare massa critica e dare a questo settore maggiore visibilità».
Criticità e
prospettive «La conoscenza media dei temi ambientali tra la popolazione resta
tuttora molto bassa. Tra gli stessi operatori della green economy ci
sono conoscenze perlopiù verticali, ossia relative al proprio settore,
ma poco trasversali. E questo costituisce un limite alla possibilità di
allargare il mercato, come sarebbe auspicabile».
Green Commerce
(www.greencommerce.it)
Cosa
facciamo
«Siamo una associazione non profit che ha la missione di promuo-
vere la green economy e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ur-
genza e il beneficio collettivo di diffondere pratiche di produzione,
distribuzione e commercio sostenibili dal punto di vista ambientale.
Gestiamo il primo sito di e-commerce riservato a prodotti ecologici,
biologici ed ecosostenibili in Italia.
Organizziamo inoltre il workshop nazionale Image (acronimo di
“Incontri sul management della green economy”): un’occasione per
consentire ai rappresentanti di imprese, associazioni, enti pubblici,
università e centri di ricerca di confrontarsi concretamente sui limiti
(tecnologici, normativi, burocratici) e sulle opportunità di sviluppo
(economiche, lavorative, ambientali) della green economy».