My first Magazine Animazione Sociale | Page 82

Bisognerebbe insegnare di più a chiudere il cerchio con residui e scarti di cibo: ad esempio noi raccogliamo i fondi di caffè per darli agli orti urbani, che li riusano come concime. E soprattutto bisogne- rebbe legittimare di più chi lavora per la rigenerazione (recupero, riuso, riciclo, upcycling) del rifiuto. Occorre inoltre dare maggiori opportunità ai cittadini di poter consegnare gli oggetti inutilizzati ma ancora utilizzabili; se infatti il riciclo ha già una sua strada ben tracciata (raccolta differenziata), il riuso ancora no. Ed è diffuso il disagio di buttare via le cose. Infine: perché non proporre una riduzione della tassa rifiuti per chi fa riuso?». Greenews (www.greenews.info) Cosa facciamo «È un web magazine nato nel 2009 per fare informazione sulla green economy e sul green thinking. Core business è la vendita di servizi edito- riali e pubblicitari. La testata è nata per far conoscere le buone pratiche di sostenibilità, connettere le diverse realtà operanti in questo ambito, creare massa critica e dare a questo settore maggiore visibilità». Criticità e prospettive «La conoscenza media dei temi ambientali tra la popolazione resta tuttora molto bassa. Tra gli stessi operatori della green economy ci sono conoscenze perlopiù verticali, ossia relative al proprio settore, ma poco trasversali. E questo costituisce un limite alla possibilità di allargare il mercato, come sarebbe auspicabile». Green Commerce (www.greencommerce.it) Cosa facciamo «Siamo una associazione non profit che ha la missione di promuo- vere la green economy e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ur- genza e il beneficio collettivo di diffondere pratiche di produzione, distribuzione e commercio sostenibili dal punto di vista ambientale. Gestiamo il primo sito di e-commerce riservato a prodotti ecologici, biologici ed ecosostenibili in Italia. Organizziamo inoltre il workshop nazionale Image (acronimo di “Incontri sul management della green economy”): un’occasione per consentire ai rappresentanti di imprese, associazioni, enti pubblici, università e centri di ricerca di confrontarsi concretamente sui limiti (tecnologici, normativi, burocratici) e sulle opportunità di sviluppo (economiche, lavorative, ambientali) della green economy».