La dinamica di
gruppo sfugge alla
percezione dei suoi
membri perché
essi sono implicati
personalmente,
e trascinati
irresistibilmente
dal significato dei
contenuti degli scambi
e dalla realizzazione
dei loro obiettivi.
Non interpretare ciò che avvie-
ne, non proiettarsi sul gruppo |
Credere che il gruppo si preoc-
cupi di lui quando le vere preoc-
cupazioni sono altrove è, per l’os-
servatore come per l’animatore, il
segno che i suoi desideri o i suoi
timori «distorcono» la sua perce-
zione, e che egli vede solamente
ciò che lui stesso ha portato (cioè
il suo proprio riflesso) in quella
che crede essere l’esistenza del
gruppo.
Decentrarsi per restare ogget-
tivi | Decentrarsi significa com-
prendere i fenomeni nei confronti
del gruppo, della sua vita, della
sua evoluzione, delle sue vicissi-
tudini e restare personalmente
oggettivi, senza rimanere invi-
schiati nel contenuto né credersi
personalmente parte in causa.
Essere vigilanti e sempre pre-
senti a ciò che avviene qui-ora |
La vigilanza è stare in una situa-
zione senza distrazioni e senza disinteresse. In seno
a un comitato che sta deliberando qualcosa, per
esempio, è cogliere un silenzio, un’esclamazione ad
alta voce, la posizione delle sedie, un atteggiamento
fisico discreto così come un intervento aggressivo.
Dare prova di empatia | L'empatia è «comprende-
re» nel senso umano (essere comprensivi), senza per
questo lasciarsi trascinare dai movimenti affettivi;
accettare il modo in cui gli altri sentono e ciò che
gli altri provano, sempre conservando una capacità
intellettuale di formulazione astratta e una lucidità
necessaria. È proprio questa «trasparenza» perso-
nale integrale dell’osservatore o del ricercatore nel
campo della dinamica dei gruppi che gli permetterà
di «vedere» dei fenomeni che, nel loro prodursi nella
filigrana dei contenuti verbali o dei fatti registrabili,
necessitano di un’attenzione speciale a un «signifi-
cato» mai chiaramente offerto e, più ancora, incon-
scio per i membri del gruppo osservato.
È d’altronde interessante notare le ragioni per
le quali ciò che avviene in un gruppo dal punto di
vista della sua dinamica non è percepito dal gruppo
stesso: ciò sfugge alla percezione e all’osservazione
dei membri perché essi sono implicati personalmen-
te, e trascinati irresistibilmente da tutto ciò contro
cui l’osservatore-psicologo-animatore deve lottare
e specialmente dal significato dei contenuti degli
scambi, dai sentimenti, dalle emozioni e dalla rea-
lizzazione dei loro obiettivi personali e di gruppo.
L’esercizio del dodecaedro
Proponiamo una esercitazione.
L’esercizio è attuabile se il vostro gruppo com-
prende almeno 18 partecipanti e non più di 25.
Potrete così disporre di tre sottogruppi di 5 o 6
elementi, e di qualche «osservatore» tra quelli
che restano non legati ai gruppi di lavoro. Non è
raccomandabile moltiplicare gli osservatori tra i