My first Magazine Animazione Sociale | Page 58

La dinamica di gruppo sfugge alla percezione dei suoi membri perché essi sono implicati personalmente, e trascinati irresistibilmente dal significato dei contenuti degli scambi e dalla realizzazione dei loro obiettivi. Non interpretare ciò che avvie- ne, non proiettarsi sul gruppo | Credere che il gruppo si preoc- cupi di lui quando le vere preoc- cupazioni sono altrove è, per l’os- servatore come per l’animatore, il segno che i suoi desideri o i suoi timori «distorcono» la sua perce- zione, e che egli vede solamente ciò che lui stesso ha portato (cioè il suo proprio riflesso) in quella che crede essere l’esistenza del gruppo. Decentrarsi per restare ogget- tivi | Decentrarsi significa com- prendere i fenomeni nei confronti del gruppo, della sua vita, della sua evoluzione, delle sue vicissi- tudini e restare personalmente oggettivi, senza rimanere invi- schiati nel contenuto né credersi personalmente parte in causa. Essere vigilanti e sempre pre- senti a ciò che avviene qui-ora | La vigilanza è stare in una situa- zione senza distrazioni e senza disinteresse. In seno a un comitato che sta deliberando qualcosa, per esempio, è cogliere un silenzio, un’esclamazione ad alta voce, la posizione delle sedie, un atteggiamento fisico discreto così come un intervento aggressivo. Dare prova di empatia | L'empatia è «comprende- re» nel senso umano (essere comprensivi), senza per questo lasciarsi trascinare dai movimenti affettivi; accettare il modo in cui gli altri sentono e ciò che gli altri provano, sempre conservando una capacità intellettuale di formulazione astratta e una lucidità necessaria. È proprio questa «trasparenza» perso- nale integrale dell’osservatore o del ricercatore nel campo della dinamica dei gruppi che gli permetterà di «vedere» dei fenomeni che, nel loro prodursi nella filigrana dei contenuti verbali o dei fatti registrabili, necessitano di un’attenzione speciale a un «signifi- cato» mai chiaramente offerto e, più ancora, incon- scio per i membri del gruppo osservato. È d’altronde interessante notare le ragioni per le quali ciò che avviene in un gruppo dal punto di vista della sua dinamica non è percepito dal gruppo stesso: ciò sfugge alla percezione e all’osservazione dei membri perché essi sono implicati personalmen- te, e trascinati irresistibilmente da tutto ciò contro cui l’osservatore-psicologo-animatore deve lottare e specialmente dal significato dei contenuti degli scambi, dai sentimenti, dalle emozioni e dalla rea- lizzazione dei loro obiettivi personali e di gruppo. L’esercizio del dodecaedro Proponiamo una esercitazione. L’esercizio è attuabile se il vostro gruppo com- prende almeno 18 partecipanti e non più di 25. Potrete così disporre di tre sottogruppi di 5 o 6 elementi, e di qualche «osservatore» tra quelli che restano non legati ai gruppi di lavoro. Non è raccomandabile moltiplicare gli osservatori tra i