L’effetto
di perturbazione
L’osservazione dei fenomeni di gruppo solleva
da subito il problema generale dell’osservatore-per-
turbatore.
Intervenendo come osservatore in un gruppo pri-
mario potete constatare che si viene a creare una
situazione nuova e che è difficile dire se i fenomeni
osservati non vengano subito alterati dalla vostra
presenza. L’osservazione sembra banale, ma merita
di essere sottolineata.
Se volete osservare i rapporti interpersonali in
una famiglia e, a questo scopo, vi fate invitare alla
loro tavola, il vostro «essere là» interviene come una
«variabile» che trasforma l’intera situazione. Se, in
più, avete annunciato che siete venuti per «osser-
vare» le relazioni tra i componenti della famiglia,
questa seconda «variabile» si aggiunge alla prima,
con il rischio di scatenare dei fenomeni particolari:
l’estinzione delle reazioni spontanee abituali, l’ac-
centramento su di voi, l’inquietudine o l’ostilità, la
solidarietà del gruppo con voi o contro di voi.
Da parte vostra sapete che l’individuazione e
la formulazione di queste reazioni fanno già parte
della dinamica dei gruppi, ma i fenomeni osservati
È
possibile osservare un fenomeno solo a due
condizioni: da un lato occorre porsi «da un
certo punto di vista» per considerare il dato
di fatto, dall’altro essere in possesso di un bagaglio
di concetti e di conoscenze generali che permettano
di riconoscere questi fenomeni o di elencarli.
Malgrado il circolo vizioso apparente (per vederli
occorre sapere di che cosa si tratta, ma per saperlo
occorre averli visti), si deve ammettere che l’appren-
dimento è un andirivieni permanente ed «elicoida-
le» tra l’osservazione e la concettualizzazione.
non sono indicativi «del gruppo»
come tale, bensì sono la mani-
festazione «del gruppo osserva-
to da uno straniero considerato
come un giudice e delle reazioni
a questa osservazione». La pre-
senza dell’intruso determina per
i membri del gruppo il loro com-
portamento nei suoi confronti. I
comportamenti sono condiziona-
ti dalle sue intenzioni e dai suoi
comportamenti in mezzo a loro.
Beninteso, non tutto viene condi-
zionato dalla presenza dell’osser-
vatore, ma costui può soltanto os-
servare fenomeni globali dei quali
fa parte la relazione che il gruppo
ha con lui, qualunque sia questa
situazione.
Per mitigare questi inconve-
nienti vengono utilizzate diver-
se tecniche: la familiarizzazione
progressiva con l’ambiente, l’os-
servazione-partecipazione (nella
quale l’osservatore è membro del
gruppo), l’osservazione invisibile
(osservatore discreto o nascosto)
e, evidentemente, le tecniche
d’osservazione oggettiva non di-
retta che arrivano a cogliere e a
valutare dei segni o degli indizi
considerati come sintomatici o
caratteristici.
Per esempio, nell’osservazione
del reparto di cablaggio della
fabbrica di Hawthorne, l’osser-
vatore ha iniziato le sue osserva-
zioni soltanto dopo tre settimane
di presenza e dopo aver verificato