My first Magazine Animazione Sociale | Page 55

L’effetto di perturbazione L’osservazione dei fenomeni di gruppo solleva da subito il problema generale dell’osservatore-per- turbatore. Intervenendo come osservatore in un gruppo pri- mario potete constatare che si viene a creare una situazione nuova e che è difficile dire se i fenomeni osservati non vengano subito alterati dalla vostra presenza. L’osservazione sembra banale, ma merita di essere sottolineata. Se volete osservare i rapporti interpersonali in una famiglia e, a questo scopo, vi fate invitare alla loro tavola, il vostro «essere là» interviene come una «variabile» che trasforma l’intera situazione. Se, in più, avete annunciato che siete venuti per «osser- vare» le relazioni tra i componenti della famiglia, questa seconda «variabile» si aggiunge alla prima, con il rischio di scatenare dei fenomeni particolari: l’estinzione delle reazioni spontanee abituali, l’ac- centramento su di voi, l’inquietudine o l’ostilità, la solidarietà del gruppo con voi o contro di voi. Da parte vostra sapete che l’individuazione e la formulazione di queste reazioni fanno già parte della dinamica dei gruppi, ma i fenomeni osservati È possibile osservare un fenomeno solo a due condizioni: da un lato occorre porsi «da un certo punto di vista» per considerare il dato di fatto, dall’altro essere in possesso di un bagaglio di concetti e di conoscenze generali che permettano di riconoscere questi fenomeni o di elencarli. Malgrado il circolo vizioso apparente (per vederli occorre sapere di che cosa si tratta, ma per saperlo occorre averli visti), si deve ammettere che l’appren- dimento è un andirivieni permanente ed «elicoida- le» tra l’osservazione e la concettualizzazione. non sono indicativi «del gruppo» come tale, bensì sono la mani- festazione «del gruppo osserva- to da uno straniero considerato come un giudice e delle reazioni a questa osservazione». La pre- senza dell’intruso determina per i membri del gruppo il loro com- portamento nei suoi confronti. I comportamenti sono condiziona- ti dalle sue intenzioni e dai suoi comportamenti in mezzo a loro. Beninteso, non tutto viene condi- zionato dalla presenza dell’osser- vatore, ma costui può soltanto os- servare fenomeni globali dei quali fa parte la relazione che il gruppo ha con lui, qualunque sia questa situazione. Per mitigare questi inconve- nienti vengono utilizzate diver- se tecniche: la familiarizzazione progressiva con l’ambiente, l’os- servazione-partecipazione (nella quale l’osservatore è membro del gruppo), l’osservazione invisibile (osservatore discreto o nascosto) e, evidentemente, le tecniche d’osservazione oggettiva non di- retta che arrivano a cogliere e a valutare dei segni o degli indizi considerati come sintomatici o caratteristici. Per esempio, nell’osservazione del reparto di cablaggio della fabbrica di Hawthorne, l’osser- vatore ha iniziato le sue osserva- zioni soltanto dopo tre settimane di presenza e dopo aver verificato