I professionisti sanitari
hanno in genere un
atteggiamento negativo
verso i pazienti
con problemi di
dipendenza. Le ragioni?
Vengono percepiti
come manipolativi,
impegnativi, pericolosi.
all’uso di sostanze psicoattive. Infatti:
• la considerazione verso questi pazienti risulta
inferiore rispetto ad altre tipologie di pazienti (es.
diabetici);
• gli operatori, nel prendersi cura di questi pa-
zienti, esprimono difficoltà nel provare empatia e
sperimentano frustrazione, risentimento, senso di
impotenza.
I ricercatori hanno identificato diverse spiegazioni
per gli atteggiamenti negativi espressi:
• i pazienti con disturbi d’uso di sostanze vengono
descritti come impegnativi dal punto di vista emo-
tivo e potenzialmente pericolosi;
• sono percepiti come manipolativi, aggressivi, vol-
gari, poco motivati;
• nella rappresentazione degli operatori giocano poi
un ruolo importante le attribuzioni causali, ossia
la convinzione che la malattia sia controllabile dal
paziente e che la persona sia responsabile della sua
condizione. Queste attribuzioni comportano giudi-
zi di condanna;
• in generale, gli operatori hanno poche conoscenze
rispetto ai disturbi d’uso di sostanze ed esprimono
la propria carenza di conoscenze e competenze ri-
spetto alla cura.
I dodici miti
tra gli operatori sanitari
Rispetto allo specifico ambito
della tossicodipendenza, alcuni
studiosi (Beyrer, Malinowska-
Sempruch, Kamarulzaman &
Strathdee, 2010) hanno proposto
un elenco di 12 miti o preconcet-
ti riscontrati tra i professionisti
della sanità intorno alle persone
che fanno uso di sostanze psico-
trope:
• i tossicodipendenti non sono
complianti (3) ;
• i tossicodipendenti non rispon-
dono così bene ai farmaci anti-
retrovirali come i pazienti non
tossicodipendenti;
• i tossicodipendenti sono diffici-
li da studiare e hanno bassi tassi
di ritenzione all’interno di coorti,
rendendo gli studi di ricerca pro-
spettici con i tossicodipendenti
difficili o impossibili;
• i tossicodipendenti sono più
preoccupati di provare l’effetto
della sostanza che di usare sirin-
ghe in modo sicuro;
• i tossicodipendenti non hanno
molti rapporti sessuali; il rischio
di contrarre l’Hiv è connesso
completamente o quasi all’uti-
lizzo della siringa;
• se i tossicodipendenti continue-
ranno a usare sostanze, sarà quasi
inevitabile contrarre l’Hiv;
3 / Si definisce compliance l’aderenza
di un individuo alle richieste del
contesto di cura. Un paziente «non
compliante» agisce delle resistenze
verso il trattamento terapeutico.