My first Magazine Animazione Sociale | Page 45

Elementi costitutivi dello stigma Diversi approcci teorici di rife- rimento hanno portato a diverse concettualizzazioni. Bruce G. Link e Jo C. Phelan (2001), nel ridefinire il concetto, sottolineano che per comprende- re la costruzione dello stigma oc- corre connettere più componenti, anziché considerare unicamente il rapporto tra attributo-segno Quando la gente pensa alla malattia mentale, all’obesità, alla sordità, al fatto di avere una gamba invece che due, c’è la tendenza a focalizzarsi sugli attributi associati a queste condizioni piuttosto che sulle differenze di potere tra le persone che vivono quella situazione oppure no. Ma il potere, anche in queste circostanze, è essenziale per la costruzione sociale dello stigma. (Link & Phelan, 2001, p. 375) La definizione data dai due autori ha il merito di individuare gli elementi costitutivi dello stigma. Una definizione che è coerente con l’uso corrente del termine come viene applicato a gruppi che sono comunemente riconosciuti come stigmatizzati. la dimensione di visibilità dello stigma, individua tre tipologie di attributi che generano lo stigma sociale: • deformazioni e anomalie fisi- che; • aspetti criticabili del carattere (mancanza di volontà, disonestà, aggressività) dedotti dalla cono- scenza di specifiche problemati- che (malattie mentali, condanne penali, uso abituale di stupefa- centi, alcolismo, omosessualità, tentativo di suicidio); • segni di origine tribale, religio- sa, nazionale, che si tramandano nelle generazioni. Negli anni successivi il termi- ne è stato ripreso all’interno di diverse discipline (in primis so- ciologia, antropologia, psicologia sociale, psichiatria) e il concetto si è sviluppato assumendo diffe- renti connotazioni. e stereotipo. Lo stigma in quest’ottica non è visto come un «marchio» della persona, bensì come l’esito di un processo a cui concorrono più elementi. Gli autori definiscono quindi lo stigma come la com- presenza di specifici elementi correlati tra loro: eti- chettatura, stereotipi, separazione, perdita di stato e discriminazione. Vediamoli uno a uno: • la prima componente dello stigma è l’etichettatu- ra, per cui le persone distinguono e classificano le differenze umane; • gli stereotipi si hanno quando le convinzioni cul- turali dominanti collegano l’etichetta della persona a caratteristiche indesiderabili, a generalizzazioni negative; • il concetto di separazione esprime il meccanismo per cui le persone etichettate vengono inserite in categorie distinte, in modo da realizzare un certo grado di separazione tra «noi» e «loro»; • con perdita di stato e discriminazione si fa riferimen- to all’esperienza vissuta dalle persone etichettate, le cui conseguenze si riscontrano sul piano dell’i- niquità e della disparità. Link e Phelan affermano inoltre che, perché vi sia stigmatizzazione, deve esserci un esercizio di potere. In alcune situazioni il ruolo del potere nel proces- so di stigmatizzazione è evidente, in altre invece è sottovalutato in quanto le differenze di potere sono «date per scontate»: