My first Magazine Animazione Sociale | Page 40

di chi cerca di offrire strumenti professio- nali per migliorare le sorti delle persone in difficoltà – sia le stesse persone in difficol- tà subiscono e percepiscono il complesso del perdente. Qualche volta con un po’ di senso di colpa, perché se non riesci ad af- fermarti nella società la colpa in fondo è tua che non sai stare in questa competi- zione dei talenti. Io credo che il senso di colpa sia un ostacolo non solo alla presa di coscienza, ma anche alla prospettiva di cambiamento. A me viene da dire che però bisogna anche, superando il senso di colpa del perdente, cominciare a individuare delle responsa- bilità: perché io ad esempio – e con la mia formazione marxista non potrebbe essere diversamente – sono tra coloro che dico- no che non è vero che la lotta di classe è finita, semplicemente l’hanno vinta gli altri. Quindi esiste oggi un problema di equivalenza delle condizioni materiali da cui si può ripartire. Non sarà più il corpo fabbrica il collante dal quale ripartire, però la condivisione delle condizioni materiali può essere nuovamente un collante. Costruire le alleanze professionali è l’altro elemento. Io non posso dimentica- re che le grandi riforme della mia gene- razione – la riforma del sistema sanitario universale, la riforma della scuola obbli- gatoria… – sono state possibili perché c’è stata una straordinaria alleanza tra le forze sociali. Quindi torniamo al tema: qual è l’ele- mento di aggregazione oggi? La ricerca sociale e politica dovrebbe andare in que- sta direzione dal mio punto di vista, assu- mendo il fatto che lo stato delle cose non è uno stato naturale. Lo stato delle cose non è naturalmente dato, come tale può essere cambiato. Lo dico sempre quando litigo sul tema della sostenibilità con rap- presentanti di altre formazioni politiche. L’economia da scienza sociale è diventa- ta scienza fisica; cioè succede il vincolo economico come se dovesse succedere un uragano imprevedibile. No, l’economia è una scienza sociale e come tale può essere governata; quindi le cose che succedono non sono l’esito naturale del rapporto tra coloro che sono designati come vincitori nell’organizzazione sociale e coloro che vi sono assegnati come perdenti. Il tema è la nostra capacità di governare queste condizioni e di poterle cambiare. Felice Addario, Paolo Di Paolo, 26 anni, laureato in sociologia all'Università di Milano Bicocca con Ota De Leonardis, collabora con la rivista Animazione Sociale. Eleonora Artesio, consigliera comunale a Torino per la sinistra, fin dagli esordi politici negli anni '70 è attenta alle diseguaglianze e al disagio delle periferie. 34 anni, scrittore di romanzi e intellettuale impegnato, è editorialista sulle pagine culturali di quotidiani e riviste. Il suo sito è www. paolodipaolo.it Pietro Polito , filosofo della politica, dirige il Centro studi Piero Gobetti. Il suo ultimo libro è «Il dovere di non collaborare. Storie e idee dalla Resistenza alla nonviolenza».