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della « libertà di scelta », che vedo oggi praticata da gruppi sociali diversi , proprio per creare una concorrenza nei confronti dei diritti sociali .
Faccio un esempio , magari un po ’ di nicchia : il cosiddetto « diritto al panino ». Ossia la secessione , praticata da sempre più nuclei famigliari , dal servizio di ristorazione collettiva nelle scuole a tempo pieno . Ora , ci sono tantissime buone ragioni – da quelle del costo eccessivo per le famiglie a quelle dello scarso gradimento della mensa – perché si possa avviare una critica nei confronti della ristorazione scolastica . Ma quello che per me non è comprensibile è che si dica « io voglio esercitare la mia libertà di separare il mio bambino » da un tempo scuola che vede nel servizio mensa un momento collettivo per garantire a tutti , intanto un pasto equilibrato al giorno e in secondo luogo una opportunità di socializzazione . E tutto questo in nome di cosa ? Della libertà di scelta .
Stessa cosa quando ragioniamo di organizzazione dei servizi sanitari o del welfare locale . Anche lì il diritto diventa l ’ esercizio di una prevalenza : il diritto mio di aver accesso alla cura a fronte dei diritti di altri che non voglio riconoscere . Quindi in questa età contemporanea credo che la fatica maggiore , che è persino preliminare alla fatica di confrontarsi sulle strade utili per uscire dalla crisi , sia quella di ridare un significato condiviso alle parole .
Sulla necessità di rideclinare l ’ uso di grandi parole della nostra tradizione – come diritto e libertà – è interessante il punto di vista di un filosofo della politica . Può la mia libertà andare contro le libertà degli altri ?
Pietro Polito
La questione delle parole è fondamentale . Soprattutto dell ’ uso improprio e inappropriato di parole che rimandano a dei concetti politici , a dei valori che hanno una storia e un significato che si è sedimentato nella storia . Come libertà , che certo non significa « fare quel che ci pare », ma è un significato che si è costruito nel tempo . C ’ è una etica della parola che oggi è da affermare .
Libertà , al tempo di Piero Gobetti , era soprattutto libertà di espressione . Dobbiamo pensare all ’ orizzonte storico in cui si muove : di fronte alla dittatura dispiegata il problema fondamentale era la difesa dei diritti di libertà civile e politica . Ma oggi ? Oggi a me pare che l ’ orizzonte nel quale muoverci sia quello della negazione dei diritti sociali . E allora è tempo di compiere
È tempo di quella transizione a cui ci richiamava Norberto Bobbio : compiere quella transizione verso dall ’ età dei diritti all ’ età dei l ' età dei diritti diritti sociali . E allora chiediamoci : cosa dobbiamo sociali a cui ci richiamava Norberto Bobbio . fare ancora perché l ’ età dei diritti sociali diventi una pratica effettiva e non resti solo un ideale regolativo ?
Quello che è importante sottolineare è che i diritti sociali sono diritti di libertà . Questo punto lo aveva colto bene Piero Calamandrei , uno dei padri della nostra Costituzione , che nel ’ 46 scriveva : « Se vera democrazia può aversi soltanto là dove ogni cittadino sia in grado di esplicare senza ostacoli la sua personalità per contribuire alla vita attiva della comunità , non
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