My first Magazine Animazione Sociale | Page 20

non sopravvivrebbe al freddo, e quindi deve al- meno farlo con un altro, devono essere almeno in due. Si intuisce qual è la questione della condivi- sione, in quanto essendo fatto come è fatto, con gli aculei, ogni porcospino si avvicinerà all’al- tro quanto basta per farsi caldo, ma non più di così perché, se si avvicinasse un po’ di più, si pungerebbero. Anche in circostanze in cui le cose andranno bene è verosimile immaginare qualche puntura. Lo spazio o il margine della condivisione co- mincia a non essere più così corrispondente al dichiarato e all’auspicabile, così generabile me- diante un’invocazione morale che lo renderebbe preferibile e praticabile, ma solleva il problema delle «condizioni» per realizzarsi e, più da vici- no, del «con chi» condividere; pone domande su quanta differenza riusciamo a contenere e con quali differenze riusciamo a esprimere condivisione, perché viviamo un tempo in cui questo è un Quanta differenza riusciamo a contenere e con quali differenze riusciamo a esprimere condivisione, in un tempo in cui questo è un problema che si presenta con una portata del tutto nuova? problema che si presenta sotto una luce e con una portata del tutto nuove. Le differenze, infatti, non sono sempre tali da trovarci disposti a condividerle. Sollecitano spesso emozioni primordiali, emozioni arcaiche, di base che, più che ispirare condivisione, ispirano resistenze, difese, rifiu- ti, negazioni. La questione non può essere affrontata così sem- plicemente perché, quando una differenza sollecita la capacità di contenerla oltre la nostra di- sposizione a farlo, scatta qualco- sa di diverso dalla condivisione. Non solo scattano le negazioni, le resistenze, le difese, ma spesso scatta il piacere della negazione. Vi è un piacere della guerra, vi è un piacere dell’esclusione, vi è un cinismo della negazione con cui fare i conti. Ogni cosa è umana Perché l’indifferenza, perché il conformismo, perché l’esclusio- ne, la negazione? Sono fenomeni umani. Dobbiamo chiamare in campo quel che stiamo cercando di capire studiando l’esperienza estetica di noi esseri umani, cioè non tanto l’esperienza che riguar- da la parte esteriore delle cose − che chiameremo «cosmetica» − ma quella che ci lega agli altri e al mondo, la struttura di legame che ci lega agli altri attraverso le manifestazioni più elevate della