tarti, invertendo la direzione di
marcia. Il problema è non sban-
dare, mantenere l’equilibrio. Ecco
perché è necessario sapere esatta-
mente quali muscoli vanno atti-
vati e quali rilassati per ottenere
il massimo controllo dei propri
movimenti, ma anche la massima
fluidità. Camminare togliendo
tutto quello che non è stretta-
mente necessario a camminare è
difficilissimo.
Nel grounding tu devi mettere
le radici, qui si tratta di cammi-
Awareness è
la capacità di
essere presenti
a sé e alle cose.
Di questo tipo di
consapevolezza
c’è oggi grande
bisogno e
le pratiche
del teatro
permettono di
svilupparla.
nare mantenendo le radici; cioè
tenendoti in contatto con gli altri,
oltre che con te stesso natural-
mente. È un allenamento che in
ambito teatrale aiuta a formare
un attore consapevole, autore
della propria presenza in scena:
di partenza. Sai cos’è il grownding? È stare con i
piedi per terra; avere consapevolezza che tu stai in
piedi; che i tuoi piedi arrivano lì; che le tue mani
arrivano lì; che tu hai le mani; che tu hai i piedi; che
quando parli gli altri ti ascoltano; che quando parli
dici delle cose. E tutto questo lo fai con consape-
volezza. Tutto questo noi lo sviluppiamo attraverso
la Schiera.
Ho iniziato a lavorare sulla Schiera molto tempo
fa. In Elementi di struttura del sentimento, uno spetta-
colo che ho fatto nel 1984, c’era una scena da cui è
nato l’esercizio. Sei attrici camminavano dal fondo
del palcoscenico al proscenio, facevano una piccola
azione e poi tornavano indietro. Il ritmo cresceva
su una musica che durava più di sei minuti, e il
movimento diventava parossistico. Quella scena nel
tempo si è trasformata in esercizio.
La Schiera base si fa così: tu ti metti di fianco a
un altro, si fa una fila, si cammina insieme. All’inizio
in silenzio. Sono dodici passi avanti, dodici passi
indietro e così via. L’obiettivo di questo esercizio
è trovare un’unità di presenza tra le persone che
camminano, escludendo ogni movimento non stret-
tamente necessario a camminare naturalmente. La
ripetizione regolare dei dodici passi perimetra,
delimita, misura lo spazio. Le persone che cammi-
nano definiscono così un ambiente fisico. Il tempo
con cui i passi della serie si succedono costituisce
il ritmo dell’esercizio.
Poi la Schiera si evolve. La seconda fase si fa con
il metronomo, e lì vai sul ritmo, devi stare dentro
alla battuta del metronomo. E via via crei quello
che diventa nel corso del tempo un movimento co-
mune. La Schiera a un certo punto diventa respiro
comune. Stai con gli altri oltre che con te stesso.
Sono pratiche che all’inizio sembrano semplici e
poi diventano sempre più complesse. Ma sono già
difficili quelle base.
La prima difficoltà la incontri quando devi vol-