Grotowski a Mejerchol’d – hanno
lavorato a cercare il teatro oltre
lo spettacolo. E quindi nel secolo
scorso si sono messe a punto una
serie di tecniche che contengono
la psicanalisi, l’analisi bioenerge-
tica di Alexander Lowen e così via.
Queste tecniche, che si sono
rivelate utili in termini di forma-
zione dell’attore, si rivelano oggi
utilissime per la formazione della
persona. Al punto che il teatro ha
ormai più a che fare con la cura
della persona che con lo spetta-
colo. I grandi artisti di oggi la-
vorano con ragazzi, adolescenti,
disabili, anziani, con categorie di
persone che usano il teatro come
terapia. È questa la loro poetica:
una poetica di inclusione.
Al centro delle pratiche
dell’Istituto c’è una
parola, «awareness»,
che contraddistingue
la tua poetica.
Possiamo tradurla con
«consapevolezza»?
Awareness per gli inglesi non
è proprio consapevolezza come
in italiano. In italiano consapevo-
lezza è quella del cervello, che gli
inglesi traducono con consciou-
sness. L’awareness implica qual-
cosa di più: è una consapevolezza
di tipo psicofisico, è la capacità
1 / L’awareness campus si è tenuto
alle Fonderie Limone di Moncalieri
(To), dal 3 al 16 luglio 2017, NdR.
di essere presenti a se stessi e alle cose. Di questo
tipo di consapevolezza c’è oggi gran bisogno e le
pratiche del teatro permettono di svilupparla. Del
resto il teatro è – fondamentalmente – presenza.
Come sai, l’estate scorsa abbiamo promosso il
primo awareness campus (1) . Nel campus l’intento è
costruire un ambiente in cui le persone possano
stare, e stare consapevolmente. Il metodo di appren-
dimento si fonda sull’esercizio costante e rigoroso di
pratiche di consapevolezza come la «Schiera», che
è un modo per costruire la propria presenza e per
riflettere sullo spazio e sulle relazioni.
Per me il campus è stata un’esperienza sorpren-
dente, non pensavo ci fosse una necessità così pro-
fonda, a tanti livelli, anche di chi opera nel sociale.
Al campus hanno partecipato psichiatri, sociolo-
gi, fisioterapisti, educatori, antropologi sociali...
C’erano anche attori o aspiranti tali ovviamente –
d’altra parte avevamo messo l’annuncio sul sito del
Teatro Stabile di Torino. Però l’awareness campus
non è una scuola per preparare attori, ma per ap-
prendere una pratica dell’attenzione.
Abbiamo invitato anche gruppi di persone con
disabilità psichica, con cui abbiamo lavorato un’in-
tera giornata. Di norma gli interventi che si fanno
negli ambiti della disabilità sono molto centrati
sulla socialità, sullo stare insieme, sul giocare. Ma
un lavoro specifico mirato al rapporto corpo-mente,
centrato sulla consapevolezza di sé, è pochissimo
praticato. E se lo fai con le pratiche del teatro, ottie-
ni risultati sorprendenti in brevissimo tempo
LA PRATICA DELLA «SCHIERA»
Hai parlato della pratica della Schiera,
in cosa consiste?
Consiste nel camminare avanti e indietro per
molto tempo e in modo sincronicamente perfetto
con le altre persone. Il grownding di Lowen è il punto