democrazia” nei manifesti Dc diviene “difesa delle istituzioni
e della sua classe dirigente”, mentre nella produzione del Pci la
risposta viene dalla “mobilitazione popolare”, dalla massa di
lavoratori che scende in piazza e partecipa alla vita democratica
del paese. Allo schema più diffuso, basato sulla semplificazione
“bene vs. male”, si sottraggono le formazioni della nuova
sinistra ed i radicali. La campagna referendaria (un quesito
riguarda l’abolizione della Legge Reale) di questi ultimi, in
pieno 1977, ne è un esempio emblematico. Vengono affissi due
manifesti del tutto uguali in termini di slogan (“Disarmiamoli
con la non violenza firmando gli 8 referendum”) e di grafica
recanti in un caso la celebre foto del militante che spara in via
De Amicis a Milano e, nell’altro, l’altrettanto celebre immagine
del poliziotto travestito da manifestante che, dopo aver spara-
to, pistola in pugno, si ritira tra le fila delle forze dell’ordine.
In questo caso di duplice manifesto, il messaggio radicale è
chiaro: condannare tanto la violenza armata di piazza, quan-
to la violenza armata repressiva. La nuova sinistra, volendo
problematizzare il ricorso alla violenza fatica a ricorrere ad un
mezzo sintetico come il manifesto necessitando di una comu-
nicazione meno “drastica”.”
72