C
on l’aiuto del teatro
di Genova, hai esordito come
regista teatrale con L’orolo-
gio americano di Arthur
Miller. Perchè questa scelta,
dopo così tanti anni dedica-
ti esclusivamente al cinema?
Nei miei film più recenti, ini-
ziando da “La proprietà non
è più un furto”, si avverte una
certa spinta verso il teatro. Per
esempio, la critica ha disappro-
vato il mio uso del monologo in
“La proprietà non è più un fur-
to”. Ma tuttora io difendo la mia
scelta, anche se fa parte di una
prospettiva teatrale. Analoga-
mente, Todo Modo rappresenta
un tipo di “mistero” teatrale e
politico. Il film rispetta fedel-
mente quelli che sono i concetti
alla base di una performance
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e “Todo Modo”
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