Milano Map Fair 2019 catalogo MMF2019 | Page 17

Antiquarius Corso del Rinascimento 63, 00186 Roma Italy - Tel + 39 06 68802941 - Fax + 39 06 68802944 [email protected] www.antiquarius.it Antonio LAFRERI (Roma 1573) IL dissegno della nobilissima Citta di GENOVA con il numero delle cose piu notabili di Magnifico esemplare del rarissimo secondo stato (di tre) della pianta di Genova di Antonio Lafreri, con l’indirizzo di Paolo Graziani. La tiratura è databile tra il 1582 - anno in cui il Graziani acquista il rame dal nipote di Lafreri, Stefano Duchetti - e il 1585, anno in cui entra in società con Pietro de Nobili, che firma la terza stesura della lastra. In basso a sinistra, in un riquadro, è inciso il titolo: IL dissegno della nobilissima Citta di GENOVA con il numero delle cose piu notabili di essa. Segue una legenda numerica di 58 rimandi a luoghi notabili della città. Sempre nel cartiglio si trova l’imprint editoriale: ROMAE apud Antonium Lafrerij Anno Domini MDLXXIII. Orientazione con una rosa dei venti nel mare, il nord è in alto. Opera priva di scala grafica. Acquaforte e bulino, dimensioni mm 410x555. La pianta prospettica di Genova firmata da Antonio Lafreri introduce un nuovo modello iconografico della città, che è raffigurata attraverso una sovrapposizione di piani che non rende facile la lettura dell’impianto planimetrico. In questo l’autore segue ancora il modello iconografico della veduta quattrocentesca. Nel tentativo di rendere la carta più leggibile, tenta di riunire l’edificato in grandi lotti in modo da permettere l’identificazione di alcuni assi stradali strategici. Al contrario, molto ben delineata è la cinta muraria, aggiornata alla ristrutturazione ultimata intorno al 1549, su progetto di Antonio da Sangallo e Giovanni Maria Olgiati. Non sono presenti, invece, i palazzi di Galeazzo Alessi e di Giovan Battista Castello. Si può affermare che, a dispetto della datazione al 1573, la pianta del Lafreri raffiguri lo stato della città della metà del XVI secolo. Benevolo la descrive come “un compromesso, forse derivante da un’immagine più antica, fra una veduta marginale e una rudimentale proiezione obliqua dell’abitato, con il nord in alto”. La lastra è presente nel catalogo della tipografia Lafreri del 1573 (n. 130 descritta come “Genova”) e venne ereditata da Stefano Duchetti. Nell’inventario di vendita di Stefano (agosto 1581, n. 66) è descritta come “genova”. La ritroviamo nel catalogo di Paolo Graziani (settembre 1583, n. 56, come “Genova”) e quindi in quello di Pietro de Nobili (maggio 1585, n. 19, come “Genova”). Nella divisione ereditaria della tipografia de Nobili del 30 maggio 1589, fu assegnata al figlio Pietro Paolo e quindi ceduta a Giovan Battista de Cavalleris e Marcantonio Capriata. Sono note le ristampe di Paolo Graziani, databile al 1583-85 e già descritta da Alessia Alberti nel suo saggio su Lafreri, e quella con il doppio imprint di Graziani e de Nobili (1585-86). Alcuni repertori riportano che il nome di Paolo Graziani sia inciso sopra quello, abraso, di Claudio Duchetti, probabilmente per una confusione tra questa lastra con quella che il Duchetti fece intagliare da Ambrogio Brambilla nel 1581. Bibliografia: Bifolco- Ronca (2018): tav. 1110, II/III; Alberti (2010): n. 90; Brandhuber-Juffinger (2011); n. 49; Cartografia Rara (1986): n. 55; Destombes (1970): n. 71; Edwards (1933): n. 75; Phillips (1914): n. 75; Wieder (1915): n. 138; Alberti (2009): p. 102, n. 13; Benevolo (1969): pp. 64-67, tav. IX; Lincoln (2000): p. 185; Pagani (2008): pp. 15, 19, 374; Pagani (2011): p. 128, n. 66; Poleggi (1977): p. 74, n. 38, fig. 45; Rubach (2016): n. 227; Tooley (1939): n. 241. www.milanomapfair.it