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Lodovico Corte & Giovanni Maggi (Roma 1600)
ANTIQUISSIMAE AC CELEBERRIMAE REGIAEQ[UE] PAPIAE ICON.
Acquaforte e bulino, due fogli uniti per una misura complessiva di mm 430x810.
Magnifico esemplare della rarissima pianta di Pavia di Ludovico Corte (Bifolco-
Ronca p. 2294, descrive solo 5 esemplari nelle raccolte pubbliche). Lievi restauri,
perfettamente eseguiti, lungo le pieghe di carta, per il resto in ottimo stato di
conservazione.
Nella parte superiore del cartiglio in alto a destra, sotto al mascherone centrale, e
incisa la data: M.D.IC. NON. CAL. MARTII. Più in basso, al centro del cartiglio,
si trova il titolo: ANTIQUISSIMAE AC CELEBERRIMAE REGIAEQ[UE] PAPIAE
ICON. In basso a sinistra la firma dell’incisore della lastra: IOANNES MAIUS
ROMANUS INCIDEBAT
A. D. MDC. Lungo il
margine inferiore e inserita
una legenda numerica
di 120 rimandi a luoghi
e monumenti notabili,
distribuita su quattordici
colonne. Segue, nell’ultimo
riquadro di destra, la
dedica: Ludovicus Curtius
I. Dominico Achillio S.D.
En vir erudite Inclye Civitis
Papi oem delineationem
tuo hortatu et auxilio post
mulytos labores et vigilias a
me perfectam aequo animo
tibi dicatam accipe quae
industria n[ost]ra si benignis
spectantiu[m] oculis non erit
ingrata, quod reliquim est
nempe totius. Agri Papiensi descriptionem, quam tu in manibus habes, maturis abste
Edendam accelerabit. vale. MDIC. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome
dei punti cardinali: SEPTENTRIO, MERIDIES, OCCIDENS, ORIENS, il nord e in
alto.
Pianta prospettica in proiezione obliqua, incisa da Giovanni Maggi nel 1600 su
disegno di Ludovico Corte realizzato nel 1599. L’opera e dedicata dal Corte a
Domenico Achillio, illustre pavese. Si tratta della prima rappresentazione urbanistica
coerente della citta, che anticipa la famosa “pianta di Ballada” del 1654, ma disegnata
dallo stesso Corte nel 1617. Nella parte alta del cartiglio con il titolo si legge M.D.IC.
NON. CAL. MARTII che potrebbe indicare la data di completamento del disegno,
mentre la data dell’incisione (1600) e chiaramente riportata in basso a sinistra, dopo
il nome di Giovanni Maggi. Non sono note ristampe della lastra.
Bibliografia:
Bifolco- Ronca (2018): tav. 1180; Ganado (1994): III, n. 118; Benevolo (1969): pp.
91-93, tav. XX; Sinistri–Belloni (1992): n. 24; Tooley (1983): n. 444f.
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