sono state introdotte alcune novità dedicate
ai temi più attuali del mondo
dell’illuminazione, come l’Human Centric
Lighting, il progetto illuminotecnico e la
norma Uni 11630 e, infine, la gestione digitale
della luce. Tema quest’ultimo che ha avuto
un grande successo. Sull’onda dei buoni
risultati raggiunti, abbiamo deciso di proporre
qualcosa di nuovo. Abbiamo costituito
il Comitato Education, un gruppo di esperti
di varie discipline che ha il compito di definire
le strategie tecnico-scientifiche del programma
per il 2019. Il ruolo di questo panel è di
proporre iniziative per collocare la luce su
un piano squisitamente culturale”.
Ma perché serve fare formazione in questo
settore? Soprattutto, perché due associazioni
hanno sentito il bisogno di impegnarsi in
questo campo? E ancora, la formazione
impartita dalle università è adeguata alle
esigenze dei progettisti, del mondo delle
imprese e della pubblica amministrazione?
E l’aggiornamento delle imprese è in linea
con l’innovazione tecnologica che il settore ha
registrato in questi ultimi anni?
LUCE ha rivolto questi interrogativi ad alcuni
addetti ai lavori. Ecco cosa ci hanno risposto.
“Per un imprenditore, la crescita culturale,
unita a quella tecnica, è un fattore
di competitività strategica di primaria
importanza, perché crea un contesto,
un sistema, un territorio culturale, tecnico
e produttivo unico – sostiene Massimiliano
Guzzini, presidente di Assil e vicepresidente
di iGuzzini Illuminazione. Per me, come
per gli imprenditori più dinamici, la luce ha
un valore sociale ed è sinonimo di cultura.
Ed è per questo che, due anni fa, con gli amici
di Aidi, abbiamo lanciato il progetto
Formazione in luce, anche per dimostrare che
fare squadra è possibile. Per fare formazione in
un ecosistema culturalmente avanzato qual è
il nostro, occorre disporre di professionisti
e di una produzione industriale di qualità.
E il nostro settore, nonostante sia ancora
caratterizzato da imprese di piccole e medie
dimensioni, è il secondo in Europa per volumi
di fatturato dopo quello tedesco. Ma
nonostante i risultati raggiunti, noi oggi
ci troviamo in una situazione in cui mancano
i professionisti della luce, perché ancora
manca una cultura specifica. E allora, ciò
che noi imprenditori dobbiamo fare è investire
sulle nostre capacità. Accanto a questo
ingrediente fondamentale servirebbe avere
una una committenza capace di comprendere
l’importanza della luce come fattore sociale
e culturale. Per tutti questi motivi, con Aidi
abbiamo deciso di investire nella preparazione
di progettisti, tecnici e operatori della pubblica
amministrazione proponendo loro corsi
dedicati. Più recentemente, invece, abbiamo
dato vita a un luogo di elaborazione di
strategie, un pensatoio, che abbiamo chiamato
Comitato Education, che ha il compito di
ampliare i nostri orizzonti di riferimento.
Infine, un ultimo obiettivo. Il nostro comparto,
al di là di alcune importanti eccellenze,
registra ancora dei ritardi per quanto riguarda
la conoscenza delle tecnologie digitali:
dobbiamo impegnarci di più per fare conoscere
le nuove opportunità che l’innovazione
tecnologica ci offre quasi quotidianamente”.
Chi il tema della formazione lo conosce da
sempre nella sua vita professionale è
Gian Paolo Roscio, presidente di Aidi e
responsabile Servizi a Rete di Iren Energia.
“È un tema che mi sta particolarmente a cuore
– spiega il neopresidente. La mia storia
professionale mi ha portato ad apprezzare
l’importanza dell’attività formativa tecnica.
Ora, però, nel settore dell’illuminotecnica
serve compiere un deciso passo in avanti per
far comprendere agli operatori che l’attività
formativa deve proporsi in un campo più
vasto. Serve un approccio culturale e, nello
stesso tempo, attento all’evoluzione
tecnologica dei sistemi di illuminazione.
Quella che oggi stiamo attraversando è una
fase storicamente rilevante. Se solo pensiamo
all’illuminazione pubblica, che è una
componente importante del nostro comparto,
noi assistiamo a cambiamenti fino a qualche
tempo fa inimmaginabili. Oggi, a fronte della
crisi finanziaria degli enti locali e alla loro
necessità di ridurre i costi, assistiamo alla
proliferazione delle gare d’appalto di
illuminazione pubblica. Spesso però questo
processo non è accompagnato da una cultura
tecnica adeguata: lo si vede nei bandi di gara,
nelle progettazioni e soprattutto negli esiti
finali, non sempre all’altezza delle esigenze
odierne. Quello della pubblica
amministrazione è per noi un fronte ancora
scoperto, su cui dobbiamo intervenire con
maggiore preparazione. Si spiega così la nostra
iniziativa nei confronti di Anci, per definire
con l’associazione dei comuni italiani un
accordo capace di aggredire le criticità attuali.
L’altro fronte su cui stiamo lavorando, e che
rappresenta un’altra difficoltà del sistema,
riguarda la preparazione universitaria.
Ci sono atenei di assoluta eccellenza, dove
si insegna la cultura della luce a tutto tondo,
ma ci sono università in cui non è ancora così
sviluppato; per questo abbiamo costituito
un gruppo denominato Università e Ricerca,
che servirà anche ad ampliare la nostra base
associativa. Dobbiamo incentivare le start-up
MASSIMILIANO GUZZINI, presidente/president Assil
RESEARCH AND INNOVATION / LUCE 326
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