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¶ LUCE F ranco Manzoni – scrittore, poeta e giornalista, che da vent’anni nelle pagine del Corriere della Sera, nella sua rubrica Addii, ricorda i protagonisti dello straordinario e normale mosaico fatto di storie, di impegno, di lavoro e di umanità che è la nostra vita e la vita degli altri – quel giorno scrisse di Barbara Balestreri, Designer ispirata della luce: “Geniale, determinata, coraggiosa, fu designer della luce di fama internazionale, apprezzata per l’eleganza stilistica e l’idea progettuale”. Scrisse anche altro nel suo commosso ricordo… che Barbara era nata a Milano il 13 settembre 1965 e che si laureò nel 1989 in architettura industriale al 20 LUCE 325 / EDITORIALE Ricordo di Barbara Balestreri Armonia di luce Politecnico con una tesi sulla luce naturale. Che creò subito un giovane gruppo di lavoro nel suo studio in zona Buenos Aires a Milano. Che realizzò per il FAI progetti d’illuminazione per molti beni storici, che in queste pagine dedicate a Barbara vogliamo ricordare: da Villa Necchi Campiglio a Milano al Monastero di Torba a Castelseprio, da Villa dei Vescovi a Padova alla Biblioteca del Viceré al Castello di Masino, Torino. E ancora, a Milano, i progetti per la Chiesa di San Marco, la Fondazione Pomodoro e la sala Fontana al Museo del Novecento. Manzoni nel suo lieve sentito scritto di cronista, ci ricordava che Barbara si occupò anche di progetti di luce per sedi di case d’alta moda nel mondo – come Armani, Dolce & Gabbana, Céline, Fendi, Givenchy, Jimmy Choo, Versace, Berluti – e di grandi mostre in grandi musei, come quelle mirabili di Boccioni, di Cézanne, di Bacon e di Balla a Palazzo Reale a Milano, o di Hayez alla Pinacoteca di Brera; alla Fondazione Pomodoro quelle di Gastone Novelli, le Grandi opere di Arnaldo Pomodoro, l’Atto unico di Jannis Kounellis, e le mostre di Degas, di Monet e di Renoir alla GAM di Torino, del Canova alle Scuderie del Quirinale a Roma. E tante altre. Noi, quel giorno, la triste notizia l’abbiamo