Libretto venezia PRP Venezia 2a edizione | Page 46

o M . del Chianti , coltivata pure in provincia di Treviso (“ Prosecco nostrano ”) e diffusa anche in Puglia (“ M . bianca di Bari ”).
Sui Castelli Romani , accanto alla Malvasia di Candia , si trova qua e là anche una Malvasia “ comune ” o M . “ puntinata ” ( per la presenza della cicatrice ombelicale ) che è molto simile a quella “ istriana ”.
Al giorno d ’ oggi , nonostante la molteplicità di vitigni di tipo Malvasia , la varietà maggiormente diffusa nell ’ area veneta è sempre la bianca istriana .
Il suo terreno ideale è la collina , dove dà il vino migliore . Il grappolo è allungato , di media grandezza , con acini sferici gialli dalla buccia pruinosa ed un puntino nero opposto al picciolo . Il vino ha colore paglierino , qualche volta con riflessi dorati o verdognoli . Il profumo è leggero e gradevole , il sapore asciutto , amarognolo , discretamente alcolico . Nel complesso gradevole , armonico e non privo di finezza .
Si trova anche la qualità spumante adatta a fine pasto . Alcool : 11-12 °.
Dorona : dopo un lungo periodo di quasi abbandono è stato di recente riportato in auge un antico vitigno a bacca bianca della laguna veneta , denominato Dorona , che al tempo dei Dogi si consumava anche come uva da tavola ed era conosciuto col nome di “ Dorona di Venezia ” o “ Uva d ’ oro di Venezia ” per il caratteristico colore dorato dei suoi acini .
Le prime notizie di questo vitigno risalgono al secolo XV quand ’ era coltivato , soprattutto dai frati francescani , in diverse isole della laguna e qui lo troveremo “ in vigore ” fino a circa una cinquantina d ’ anni fa 42 ) .
Nel 1800 il vitigno era conosciuto con nomi diversi un po ’ in tutto il Veneto ed era utilizzato sia per la produzione
42 )
Nel 1966 un ’ alta marea di livello eccezionale causò la distruzione di quasi tutti i vigneti di Venezia e solo agli inizi del 2000 , dopo il ritrova-
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