Libretto venezia PRP Venezia 2a edizione | Page 38
Il vino nelle corti dei “signori”
Nel XV secolo molte delle ricchezze accumulate dalla
nobiltà e dalla borghesia mercantile veneziana vennero inve-
stite sulla terraferma: molte terre passarono in proprietà dei
signori di Venezia che vi costruirono splendide ville per la vil-
leggiatura, case di caccia e complessi aziendali.
Furono costruite anche case coloniche, stalle, magazzi-
ni, cantine ed ebbe inizio tutta una complessa organizzazio-
ne con castaldi e fattori che controllavano minutamente l’at-
tività agricola dei coloni dando loro precise indicazioni
tecniche per rendere migliore la produzione.
Nelle ville di campagna i nobili veneziani celebravano
feste grandiose con banchetti sontuosi simili a quelli che si
svolgevano anche nei palazzi di città sul Canal Grande.
In questo contesto il vino ricopriva un ruolo sempre più
importante ed era sicuramente migliore di quello prodotto
nei tempi precedenti: era un vino più forte, più moderno, in
grado di sorpassare i grandi vini che si bevevano in città e che
provenivano dalla Grecia e dalle isole, dalla Puglia, dalle Mar-
che, dall’Istria.
Molti nobili, che rimanevano in villa dalla festa dell’A-
scensione fino a S. Martino, curavano con grande amore e com-
petenza i lavori della campagna: selezionavano i vitigni – anche
quelli nuovi portati sia dalla Grecia (ad esempio, la Malvasia,
poi chiamata d’Istria) sia dal Friuli –; controllavano che tutti i
lavori venissero compiuti al meglio; esigevano vini di qualità.
I nuovi proprietari, insomma, continuavano a svolgere il lavo-
ro che era stato dei monaci medioevali, ma con prospettive più
gratificanti perché legate alla possibilità di ulteriori guadagni.
Non potendo, ovviamente, consumare sul posto tutto il
vino prodotto nelle campagne, lo inviavano nelle città, a Trevi-
so e, in particolare, a Venezia dove, oltre a trovare molta più
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