Libretto venezia PRP Venezia 2a edizione | Page 35

tanze acquistate nelle botteghe dei “ Luganegheri ”, gli alimentaristi dell ’ epoca .
In antichi codici veneziani si legge che il popolino comperava il vino affacciandosi alle finestre poste a piano terra , dovendosi tenere sempre chiuse , per motivi di sicurezza , le porte del locale . « Alla sera , nella stanza a terreno dei “ magazzeni ” o “ bastioni ”, operai d ’ ogni specie sedevano qua e là d ’ una lunga tavola di legno , su due panche tremolanti , col “ mezzo bocaleto ” ( mezzetta ) davanti » 31 ) .
Se nei “ bastioni ” si dava da bere ma non da mangiare , nelle “ furatole ” – bottegucce oscure ed annerite dal fumo – si dava invece da mangiare , ma non si poteva assolutamente mescere vino . In questi stanzini posti a pianterreno , male illuminati da un lumino ad olio , si raccoglievano la sera i popolani a mangiare la minestra e il pesce fritto o altri cibi destinati in genere alla povera gente .
Nelle “ furatole ” – il cui nome sembra derivi da furari ( rubare ) per le ruberie che spesso vi si commettevano – non si potevano vendere generi riservati ai “ Luganegheri ”, né condire cibi con cacio o grassi di alcun genere . Chiunque fosse stato trovato a vendere vino nella propria bottega , oltre a perdere il vino e a pagare una forte multa , veniva anche bandito , per un intero anno , da Venezia e dal “ Dogado ” 32 ) .
31 )
Cfr . Molmenti P . G ., ib ., p . 286 .
32 )
Cfr . Tassini G ., Curiosità veneziane , Venezia 1990 , p . 268 .
34