LA LOTTA DI GIACOBBE la-lotta-di-giacobbe | Page 30

Con l’eccezione di certa pittura astratta che raffigura solo trame o composizioni geometriche o strutture indefinibili, in generale nei quadri sono presenti degli elementi ben distinti e riconoscibili, delle figure, nel mio caso dei solidi geometrici. Il mio linguaggio si è sviluppato in questa direzione piuttosto che sul figurativo naturale o sull’astratto tout-court, innanzitutto perché la percezione geometrica della realtà mi è congenita. D’altra parte, dal punto di vista concettuale, ritengo questa modalità espressiva molto efficace nel rappresentare la struttura essenziale dei corpi fisici. Le infinite possibilità figurative naturali sono state ampiamente esplorate dalle arti visive nei millenni, dal simbolico all’iperrealismo, dall’impressionismo fino a dissol- versi nell’astratto. Oggi perfino la fotografia è sopraffatta dalla riproduzione digitale di immagini virtuali e il bombardamento visivo altamente tecnologico ha inflazionato il panorama. Con difficoltà riusciamo a selezionare in autonomia immagini di qualità e a soffermarci su ciò che ha davvero senso. La linearità dei solidi geometrici non ne intacca la plasticità. Sono corpi essenziali. E’ facile coglierne immediatamente la dinamica, le tensioni, l’energia, senza disperderci su dettagli accessori. Per rappresentare Giacobbe e il suo avversario mi sono avvalso di un’opera appena precedente, I PILASTRI DELL’ARTE, dandogli continuità. Su quei 10 quadri due semicerchi solidi si confrontano in una sorta di pas de deux o di gioco erotico.