associazione
istat
Il Pil pro capite
del Mezzogiorno
è la metà del Centro-Nord
Al Nord-Ovest 33.500 euro di Pil
per abitante, al Sud 17.200.
Bolzano in testa con 40mila euro.
Il valore aggiunto più alto a Milano.
Tra il 2011 e il 2013 solo in Lombardia
e in Trentino Alto Adige performance
occupazionali positive, in Calabria e
Molise le cadute più ampie.
U
n burrone separa le economie di Nord e Sud
d’Italia. Non è certo una scoperta dell’ultima
ora, ma gli ultimi dati disponibili sono spaventosi: nel 2013, secondo il Report Istat sui conti
economici territoriali, il Pil per abitante risulta pari a
33.500 euro nel Nord-Ovest, a 31.400 euro nel NordEst e a 29.400 euro nel Centro. Il Mezzogiorno, con
Corruzione: l’Italia
è allo stesso livello del Senegal
e dello Swaziland
Nell’area dell’euro Italia e Grecia sono maglia nera.
Nel mondo il livello di corruzione raggiunto dall’Italia
nel 2014 è lo stesso di Paesi come il Senegal e
lo Swaziland, piccola monarchia del Sud Africa.
Nell’area dell’euro, invece, non abbiamo rivali: pur
allineandoci sullo stesso piano della Grecia, nessuna
altra nazione presenta un indice di percezione della
corruzione superiore al nostro. L’elaborazione è stata
realizzata dall’Ufficio studi della CGIA su dati
Transparency International, istituto che ogni anno
elabora un interessante indice sulla corruzione in più
di 170 Paesi del mondo. «Forse in questi dati c’è
un pizzico di esagerazione – commenta il segretario
della CGIA Giuseppe Bortolussi –, tuttavia,
il problema esiste. Le vicende emerse dalle azioni
giudiziarie che hanno interessato l’Expo di Milano,
il Mose a Venezia e mafia Capitale sono solo alcuni
episodi che ci delineano un quadro generale molto
preoccupante». Negli ultimi cinque anni, fa notare
la CGIA, la situazione si è addirittura aggravata.
Sempre secondo la graduatoria stilata da Transparency
International, abbiamo peggiorato la nostra posizione
a livello europeo di sei posizioni: solo l’Austria (+7)
e la Slovenia (+12) hanno fatto peggio di noi.
un livello di Pil pro capite di 17.200 euro, «presenta
un differenziale negativo molto ampio. Il suo livello
è inferiore del 45,8% a quello del Centro-Nord»,
quindi praticamente dimezzato.
Nel 2013, il Pil per abitante ha registrato una riduzione rispetto al 2011 in tutte le regioni italiane, con
l’eccezione di Bolzano e della Campania. Risulta in
testa Bolzano con un Pil per abitante di 39.800 euro,
seguito da Valle d’Aosta e Lombardia (rispettivamente con 36.800 e 36.300 euro). Prima tra le regioni del
Mezzogiorno è l’Abruzzo, che registra un livello paragonabile a quello delle regioni del Centro, con 23mila euro. La spesa per consumi finali delle famiglie a
prezzi correnti nel 2013 risulta pari a 18.300 euro per
abitante nel Centro-Nord e a 12.500 euro nel Mezzogiorno.
I dati, per altro, arrivano mentre uno studio Svimez dice che negli anni di crisi 2007-2012 la caduta
del potere d’acquisto delle famiglie italiane è stata di
circa il 9%, pari a 1.664 euro per ogni cittadino, ma è
stata più forte al Sud. A causa della mancanza di lavoro, ma anche di un sistema di welfare che penalizza il
Mezzogiorno, nel periodo 2007-2012 la caduta dei
redditi ha colpito soprattutto i giovani e il Sud: nelle
famiglie con un capofamiglia under 35 e un tasso di
occupazione inferiore al 50% (dove lavora cioè meno
di una persona su due) i redditi sono scesi al Sud del
24,8%, mentre al Nord sono cresciuti dell’1,7%.
Tornando ai dati territoriali dell’Istat, Lazio e Sicilia sono le regioni più “terziarizzate”, in termini di incidenza settoriale del valore aggiunto, mentre Basilicata ed Emilia Romagna sono quelle a maggiore
propensione agricola e industriale. Nel 2012, Milano
è la provincia con i più elevati livelli di valore aggiunto per abitante prodotto, pari a