L' Artigianato Settembre 2015 | Page 20

associazione  economia italiana I ricchi sono sempre più ricchi I n Italia le disuguaglianze economiche e sociali si sono fatte più marcate con la crisi, soprattutto perché la fascia più povera della società ha visto i suoi patrimoni e il reddito ridursi ancora, mentre viceversa per i più ricchi la recessione è stata una fase sostanzialmente positiva. Nel nostro Paese, rileva un rapporto Ocse, la ricchezza nazionale netta è molto concentrata nella parte alta della graduatoria di reddito, con l’1% più ricco che da solo ne detiene il 14,3%, tre volte di più di quanto ne detiene il 40% più povero (4,9%). Un gap che negli anni della crisi si è allargato, perché la perdita di reddito disponibile per le fasce più svantaggiate della popolazione è stata quattro volte più intensa di quella registrata dalle fasce più elevate (-4% per il 10% più povero, -1% per il 10% più ricco). Questo divario si spiega in parte con l’aumento della diffusione dei posti di lavoro non standard (lavoro autonomo, tempo determinato, part time), e con la netta inferiorità dei guadagni che questi offrono. Una tendenza che, sottolineano dall’Ocse, è legata a «problemi strutturali sviluppatisi ben prima della crisi», e che questa ha contribuito ad aggravare. Inoltre, il 10% più povero della popolazione in Italia ha accusato un calo del reddito del 4% l’anno tra il 2007 e il 2011, mentre il reddito medio è calato del 2% e quello del 10% più ricco solo dell’1%. In fatto di divario di reddito nella popolazione, i dati italiani, stando agli indicatori Ocse, collocano il Paese al vertice in Europa per quanto riguarda la distanza fra la fascia dei superpagati e quella più bassa. Sol