L' Artigianato NOVEMBRE 2017 | Page 23

dall’associazione Lavoro: Bolzano la provincia con gli stipendi più alti Il report dell’Osservatorio dei consulenti del lavoro. In cima alla classifica anche Varese, Monza e Brianza e Como. Bologna scalza Milano come medaglia d’oro nel superindice di efficienza e innovazione. A lti stipendi e tasso di disoccupazione ai minimi: è Bolzano l’Eden italiano del lavoro. Lo evidenzia l’Osservato- rio Statistico dei consulenti del lavo- ro, in un report presentato oggi, che mo- stra come la provincia del capoluogo altoatesino sia quella con gli stipendi medi più alti d’Italia – 1.476 euro – e allo stesso tempo quella con il minor numero di di- soccupati sul totale della popolazione. Una medaglia d’oro strappata per pochi spiccioli a Varese, seconda in calissica con 1.471 euro. Seguono Monza e Brianza (1.456), Como (1.449), Verbano Cusio Os- sola (1.434), Bologna (1.424) e Lodi (1.423). Bologna si assicura invece il primato della città più “rosa”. Nel capoluogo emilia- no due terzi delle donne svolgono un’atti- vità (66,5%). Al contrario, nel Mezzogiorno la percentuale delle impiegate si riduce nettamente: il tasso più basso si rileva a Barletta-Andria-Trani dove lavora meno di un quarto della componente femminile (24,1%), così come circa il 25% è in servizio a Napoli (25,5%), Foggia (25,6%) e Agrigen- to (25,9%). Splende il sole sulle lavoratrici anche in altre province del Centro-Nord: fra queste Bolzano (66,4% di occupate), Arezzo (64,4%) e Forlì-Cesena (63,3%). Il report fornisce anche un altro dato di confronto: quello della differenza dei diversi tassi di occupazione. Prese cioè 100 persone in una determinata fascia di età, quali sono le province in cui il nume- ro di donne e uomini che lavora è più si- mile. In questo caso è Arezzo la provincia più “egualitaria”, seguita da Biella e dall’O- gliastra, in Sardegna. È invece la Puglia il fanalino di coda: Brindisi, Foggia e Barlet- ta-Andria-Trani si aggiudicano gli ultimi tre posti in classifica, con tassi di occupa- zione tra donne e uomini che si distanzia- no per circa 30 punti percentuali. Il rapporto fornisce anche molte ela- borazioni utili per comprendere l’enorme divario regionale che ancora caratterizza il mercato del lavoro. Una di queste ri- guarda il tasso di mancata partecipazione al mercato del lavoro, un dato poco utiliz- zato che include non soltanto i disoccu- pati (chi cerca lavoro ma non lo trova), ma anche quella quota di inattivi che non cerca e non ha un lavoro perché immagi- na di non trovarlo, ma che sarebbe dispo- sta a lavorare se si presentasse l’occasio- ne. Si tratta, in sintesi, di persone che anche se non lavorano vorrebbero farlo. Il gap tra Nord e Sud in questo senso è schiacciante: si passa dal 5,3% di Bolzano al 48,7 di Vibo Valentia. Lo studio, come ogni anno, prova però a mettere insieme la maggior parte dei dati raccolti definen- do un indice complessivo di efficienza e innovazione del mercato del lavoro rico- nosciuto in sede europea: il Labour mar- ket efficiency sub-index, che tiene conto in modo aggregato di alcuni dati rilevanti come tasso di occupazione, minor nume- ro di neet, numero di persone con profes- sioni altamente qualificate e minor nu- mero di contratti precari. In questo caso il primato della classifica se lo aggiudica Bologna, che scalza quest’anno Milano dalla vetta, in testa lo scorso anno. Seguo- no le province di Milano, Lecco, Monza e Brianza e Trieste. ANNO LXVIII / n. 11 / novembre 2017 / L’ARTIGIANATO 21