dall’associazione
50 ANNI DELLA MACELLERIA BONANI
A RUMO
di Stefano Frigo
L
a famiglia Bonani ha festeggiato lo scor-
so 20 maggio il prestigioso traguardo
con una vera e propria festa della carne
conclusa con una cena (inutile aggiun-
gere che il menù prevedeva ottime portate
di carne), musica live e a mezzanotte una
spaghettata per tutti. Molte le personalità
presenti tra cui il Presidente provinciale
dell’Associazione Artigiani Marco Segatta,
il Presidente comprensoriale della Val di
Non Massimo Zadra, il Senatore Franco
Panizza e l’Assessore provinciale al Turi-
smo e all’Agricoltura Michele Dallapicco-
la. Ma andiamo a scoprire quelli che sono
stati i passi fondamentali mossi dalla sto-
rica macelleria in questo mezzo secolo.
Inizia tutto nel 1967 in una piccola
“cort” sotto casa che fungeva da macello,
la piccola macelleria sotto i volti e in un
locale accanto un piccolo affumicatoio.
Seppur in una piccola realtà, le fami-
glie erano numerose e il consumo di car-
ne era notevole. La gente a quei tempi fa-
voriva i prodotti dei pochi artigiani locali,
le grosse catene di distribuzione ancora
non esistevano ma nell’aria qualcosa si
faceva sentire. Già agli inizi degli anni ’90
Ezio Bonani lamentava l’arrivo di queste
grandi realtà presagendo la scomparsa
delle piccole botteghe.
Negli anni ’80 la decisione di costruire
un capannone per agevolare le attività di
macellazione e la lavorazione dei salumi,
mantenendo però inalterate le ricette ori-
ginali e la lavorazione artigianale che an-
cora oggi Ezio e il nipote Daniele seguono
scrupolosamente per garantire un prodot-
to di qualità. Questo è senza dubbio uno
dei segreti che ha permesso e permette
alla famiglia Bonani di continuare a mie-
tere successi senza essere troppo “infasti-
dita” dalla grande distribuzione. Qualità è
la parola d’ordine da seguire.
La bottega è tuttora aperta e gestita con
grande professionalità dalla moglie Nico-
letta, commessa da sempre molto apprez-
zata da tutti per la sua cortesia.
Canoni d’affitto,
a Trento aumenti da record.
Nel 2016 +6,3%,
peggio solo Trieste e Cagliari
Trento è una delle città italiane dove crescono di più
i canoni di locazione: +6,3% rispetto allo scorso anno,
contro una media italiana quasi invariata (-0,2%).
È quanto emerge dal Rapporto sulle locazioni 2016
di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione,
elaborato con il supporto scientifico di Nomisma.
Trento è il terzo capoluogo per aumento dei canoni
d’affitto, preceduta da Trieste (+10,3%) e Cagliari (+8,6%).
Trento è inoltre tra le città dove ci sono più famiglie con
figli in affitto (40%), superata soltanto da Napoli e Palermo
(42,5% ciascuno).
Il canone medio di locazione si attesta sui 575 euro,
contro la media nazionale di 515 euro. Il 70% degli
affittuari che vivono a Trento utilizzano la casa in affitto
come abitazione principale.
ANNO LXVIII / n. 6 / giugno 2017 / L’ARTIGIANATO
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