Quando cammini fai un metro dopo l'altro e passi molto
tempo in un luogo. Non è come farci una gita di due ore.
Allora senti la necessità di capire il posto in cui ti trovi. Io ad
esempio sono diventato un appassionato di carte
topografiche. Non riesco più a fare un tratto a piedi senza
andare a vedere i nomi delle singole cascine, di quel rudere
che ho incontrato, di quel fosso che ho attraversato. E nei
nomi c'è la storia.
Poi ci sono tanti segni sul territorio, cippi con iscrizioni, lapidi
che parlano della Seconda guerra mondiale, ma anche di
eventi più lontani. Gli stimoli a ricordare sono molti.
E non da ultimo, ci sono gli incontri con le persone, che
quando viaggi in molti altri modi non puoi fare. Mettiamo
che stai viaggiando in treno e incontri una persona che sta a
Milano; magari però ti trovi nel mezzo della campagna di
Parma. Quando vai a piedi, incontri la gente del posto, e anzi
spesso hai bisogno di incontrarla. Magari hai bisogno di
cascina casa di
campagna
rùdere resti di un
edificio antico o in
rovina
fosso percorso
scavato che serve
per l'acqua
cippo elemento
verticale di pietra o
cemento, su cui
sono fatte delle
iscrizioni per
ricordare un evento
borraccia
contenitore adibito
al trasporto
dell'acqua da bere
durante un viaggio
Questa la vista che accoglie il camminatore alla fine del suo viaggio a piedi da Bologna a Firenze
riempire la borraccia e nelle vicinanze non c'è un bar, quindi
devi chiedere a qualcuno. Oppure sei su un sentiero e devi
chiedere indicazioni, o ancora sei in tenda e devi chiedere
dove puoi fermarti per la notte. Accumuli molti ricordi, che
magari non coincidono con quello che ti aspettavi. Fai
sempre tre viaggi: uno lo fai prima, uno durante e uno dopo.
E in questo modo potrai davvero farti un'idea del luogo che
hai attraversato.
ITALIA NOSTRA #4 Primavera 2016
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