Per gestire comportamenti difficili, bisogna far sì che gli studenti si sentano accolti, prima di
tutto. Ritengo che quattro aspetti siano particolarmente importanti:
1. prestare attenzione. Anche gli alunni più ritrosi, ribelli e arrabbiati, che sfidano spesso
gli insegnanti come prova della loro forza, cambiano atteggiamento se si sentono
osservati e accolti. È comune sentire che lo stesso alunno problematico si comporta in
modo diverso con insegnanti diversi e credo che questo dipenda dall’atteggiamento dei
secondi più che dal primo. È facile allontanare, punire o tenere in disparte un alunno
con problemi. È più difficile farlo sentire una persona a cui si tiene e a cui si dedica più
cura che ad altri.
2. Favorire l’interazione con gli altri studenti, attraverso lavori di gruppo collaborativi, in
cui ciascuno abbia un ruolo e un compito, in base alle proprie capacità. A questo
proposito, finora non ho trovato niente di meglio del lavorare per progetti e ho visto
che alunni annoiati e defilati in classe hanno dato il meglio di loro stessi di fronte ad un
compito che li vedesse protagonisti.
3. Stimolare la loro curiosità ad apprendere. Spiegare il perché stanno studiando
qualcosa o facendo un certo lavoro, cercare di voler far crescere il desiderio di
sapere, partendo anche dai loro interessi e non limitandosi ad imporre contenuti in
sequenza, perché così è scritto nel programma. Abbiamo studenti che studiano per
tre anni la letteratura e non hanno mai letto un libro…!
4. Differenziare le attività il più possibile e sperimentare sempre. Quante volte passiamo
pomeriggi a preparare le lezioni come piace a noi e poi in classe vediamo che non
funziona. Ribadisco che un buon insegnante è prima di tutto un buon osservatore e se si
accorge che qualcosa non va, deve essere flessibile e pronto a cambiare passo, magari
coinvolgendo gli alunni nel ridisegnare le attività e cogliendo i loro suggerimenti.
Maria Teresa Rughi
"Elementi di disturbo in classe" è un tema molto difficile da affrontare. Ognuna di noi spera ad
ogni inizio anno di non trovarne in classe, ma poi alla fine la realtà è sempre diversa. Come
affrontarli? Beh sicuramente con tanta pazienza!!!
Indipendentemente dalle varie certificazioni e sigle, in genere quello che cerco di fare è
coinvolgerli il più possibile, facendoli diventare parte attiva della lezione. Per esempio
coinvolgendoli nella lezione attraverso l'utilizzo di tools quali la LIM e apps quali Geogebra,
facendo sì che siano loro ad effettuare i vari disegni geometrici. Meno tempo hanno per disturbare
meglio è per tutti. Mediare sul tempo di durata della lezione. Una piccola pausa di 10 minuti ogni
ora fa piacere a tutti. Mantenendo le distanze. Noi non siamo amici. Ognuno ha un suo ruolo.
Mai isolarli, mai combatterci.
Giuseppe Ammaccapane
Probabilmente non esistono ricette valide in assoluto e chi lavora o ha lavorato in scuole di
frontiera, quelle che da noi vengono definite le “scuole a rischio” ben lo sa. I ragazzi mettono in
atto comportamenti che sono richieste di aiuto e di attenzione, ma possono assorbire il docente,
che finisce per dimenticare il resto della classe. Di fronte a situazioni del genere, non dovremmo
mai essere lasciati soli.
Marianna Morgigno
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