sarebbe il caso di proporre una formazione in servizio ogni cinque anni a tutti i docenti come
quella che viene proposta ai neoassunti? Purtroppo ritengo che dal giorno in cui, il comitato di
valutazione si esprime positivamente sull’immissione in ruolo, inizi il percorso polveroso che
insabbia tutta la tensione di essere un buon docente, che lo porta a diventare prassico, fedele
proponente di schede precostruite da altri e poco propenso a sentirsi “neo” ogni giorno. Dopo il
mio primo anno trascorso come docente di potenziamento, girovaga in tante classi con la mia
valigia digitale, con la mia valigia di eTwinner, con la mia valigia per introdurre innovazione
laddove era possibile, da quest’anno sono docente di matematica, scienze e tecnologia, ed. fisica
in due classi prime con organizzazione modulare, ma se avessi potuto avrei scelto ambiti e materie
diverse, purtroppo non a volte non si può, così non mi sono persa d’animo ho cercato di
attrezzarmi con un anno di studio
e approfondimenti in autonomia e
corsi di formazione per affrontare
con tutta la serenità professionale
il mio nuovo percorso di docente
di scuola primaria. Sono trascorsi
quasi cento giorni dall’inizio
dell’anno scolastico, sento di
crescere professionalmente
insieme ai miei alunni, mi sento
osservata, mi sento “controllata”
a vista, perché non sono una
docente che segue il protocollo
classico. Classico? Non so cosa
significhi per la verità. Io so che ci
sono i traguardi indicati nelle
Indicazioni Nazionali per il
curricolo, so che dobbiamo
avviare gli alunni al raggiungimento delle competenze chiave europee e so che tutti i contenuti
delle attività devono stimolare, avviare, potenziare, migliorare, … le potenzialità degli alunni per
farli diventare competenti, riflessivi, capaci di senso critico, guidarli a costruirsi gli strumenti per un
problem solving quotidiano e diffuso, per diventare cittadini del mondo e in questa direzione sto
lavorando: sarà la strada giusta? Io credo nella Scuola, credo nell’opera educativa che inizia a
scuola e continua per tutta la vita; credo anche che la Scuola sia fatta da docenti, per questo,
ritengo che ogni docente debba sentirsi responsabile della formazione delle future generazioni.
L’augurio che faccio a me stessa e ai miei colleghi è quello di indossare il sorriso più caldo, la gioia
di andare a scuola ogni giorno e di spendersi al meglio per ogni bambino e bambina e di scindere i
malumori contrattuali da quelli di educazione, formazione e istruzione.
Maria Giovanna Battaglia
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